A guardare i numeri, non ci sarebbe da preoccuparsi neanche così tanto. Sei gol subiti in sei partite, in fin dei conti, non è un bilancio così grave (in A hanno fatto meglio in 7). Entrando più dentro le statistiche, si scopre poi che la Roma ha subito addirittura zero gol nei primi tempi (solo l’Udinese come i giallorossi), che fanno da contraltare ad una ripresa disastrosa (i 6 gol, appunto). Il che vuol dire che con il passare dei minuti e il sopraggiungere della stanchezza, vengono fuori gli imbarazzi difensivi della Roma. Tattici, a volte, fisici molto più spesso, a tratti psicologici.
Premonizione Appena chiusa l’operazione Kjaer, Sabatini chiarì subito: «Simon è un grande difensore, uno dei più forti che ho avuto. Il suo unico problema è la concentrazione». Oggi, dopo 4 gare in giallorosso, le parole del d.s. suonano profetiche. Dopo il buon esordio con l’Inter, il danese è andato regredendo: con il Siena due errori consecutivi nel primo tempo che potevano costare caro, con il Parma la mancata espulsione (su Biabiany c’era il secondo giallo, Orsato lo ha graziato), con la Lazio l’ingenuità del rigore, anticipata poco prima da quello scivolamento difensivo sbagliato (con Cassetti che salva in ripiegamento). Errori, però, sempre molto vicini tra di loro, a fronte di una prestazione nel complesso buona, che denotano proprio una perdita di concentrazione strada facendo. «Ma in Europa ci sono pochi difensori al suo livello — dice Rino Foschi, d.s. del Padova, l’uomo che lo portò a Palermo — Simon ha classe, carattere e personalità, deve solo riabituarsi al campionato italiano».
Difficoltà Se il momento per Kjaer è difficile, per gli altri non va meglio. Juan ha avuto un colloquio prima del derby con Luis Enrique (che ieri ha parlato con Sabatini e poi da solo alla squadra, «dobbiamo crederci, forse sono stato io a non spiegarmi bene su alcuni movimenti, in certi momenti abbiamo giocato meglio in dieci che in 11»), il brasiliano si attende di giocare con il Palermo. E alla fine sarà così (considerando anche la squalifica di Kjaer), si tornerà all’usato sicuro, lui in coppia con Burdisso, che dopo la trasvolata oceanica dal Sudamerica, non era stato ritenuto pronto per il derby. Considerato il pasticcio finale sul gol di Klose (in collaborazione con Heinze, che «esce» su Matuzalem costringendo Burdisso a scalare su Cisse, lasciando Klose solo al centro dell’area), non del tutto a torto. Ma le spine in difesa non finiscono qui. Rosi (quasi out) e lo stesso Heinze (tornerà ad allenarsi domani) sono acciaccati, Taddei infelice: «Al derby non è stato convocato per scelta tecnica, spero non definitiva — dice Alessandro Lucci, agente del brasiliano —. Attendiamo per capire che decisioni prendere». Anche con soli 6 gol al passivo, le spine difensive della Roma ci sono. E si vedono.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese