A pensarci bene, l’a.d. Mark Pannes ha in qualche modo ragione quando definisce la sfida tra Roma e Liverpool «un derby». Già, perché il presidente Tom DiBenedetto è anche azionista del Fenway Sports Group, cioè della società proprietaria del club inglese e dei Boston Red Sox, cioè i padroni dello storico tempio del baseball che stasera ospiterà un match da tutto esaurito (45.000 biglietti venduti).
Pallotta presidente In fondo per DiBenedetto – stasera in tribuna insieme a Ruane e D’Amore, gli altri due soci della cordata Usa finora rimasti invisibili – potrebbe essere una sorta di canto del cigno, perché le trattative interne agli americani stanno per prevedere entro breve (al massimo fine anno) l’uscita di scena dell’attuale presidente, che dovrebbe lasciare il posto a James Pallotta, che dal 14 dicembre (giorno in cui a DiBenedetto furono tolte le deleghe operative) è divenuto il vero «front man» della società. Di certo nessun italiano avrà la poltrona che fu di Viola e Sensi ed è perciò probabile che sarà appunto Pallotta a diventare il 23° presidente della Roma, che con la cura Usa ha incrementato del 30% il merchandising (20% le maglie). «Con Jim — ha detto Baldini, a cui due sere fa il patron Usa ha offerto una bottiglia di vino da 1.500 dollari — abbiamo fatto programmi per l’immediato e per il futuro».
Totti & Zeman Proprio la nuova seconda maglia (bianca) è stata quella che capitan Totti ieri ha consegnato a Gerrard. «Io ovviamente non c’ero nella finale di Coppa Campioni del 1984, ma il Liverpool l’ho affrontato altre volte, ma conto un giorno di rigiocarne un’altra in Champions proprio contro di loro. Anche stavolta sarà una bella sfida, a viso aperto». Zeman si accoda. «Qui la gente vuole lo spettacolo e noi proveremo ad accontentarli. Io mi aspetto progressi tattici più che fisici». Tra giocatori all’Olimpiade (Suarez, Bellamy, Coates) o appena arrivati perché reduci dall’Europeo (Reina, Gerrard, Carroll, Johnson, Henderson e Borini), il neo tecnico Rodgers (ex Swansea) schiererà un Liverpool assai sperimentale. «Ma sarà partita vera», assicura l’ex Aquilani. Come la storia pretende.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini