Il capitano del presente, il leader di domani. Forse. Totti e De Rossi non si somigliano, per loro stessa ammissione. Eppure, con gli occhi di età diverse entrambi guardano al futuro imminente per un segnale. Prendete Daniele: non c’è giorno in cui non gli chiedano di rinnovare il contratto in scadenza a giugno. «Il cuore è fatto per stare in palpitazione», sbuffa pensando all’offerta della Roma, circa cinque milioni, contro i nove del City. «Di certe cifre non mi vergogno, le fa il mercato». I soldi non pesano, quindi, come l’eredità di Totti. «Quando sarò capitano? Prenderò questa fascia quando il capitano di oggi e di sempre smetterà». L’avventura continua, o almeno così sembra. Anche se per un successo sa di dover attendere: «Vincere subito? Ho paura di no».
Svolte definitive sul rinnovo però latitano, nonostante nuovi contatti nel weekend tra il dg Baldini e l’agente Berti. E allora, Capitan futuro, anche se controvoglia: «Un soprannome che non mi sento addosso». Con i gradi al braccio potrebbe giocare già domani a Udine: solo oggi Totti saprà se la contusione con lieve distorsione rimediata ieri alla caviglia operata nel 2006, gli consentirà di esserci. Ha dolore: l’Udinese, oggi, è un po’ più lontana. Quasi out anche Borriello per un fastidio ai flessori: l’ottavo giocatore fermato dallo stesso guaio muscolare. Troppi, perché sia solo un caso.
La Repubblica – Matteo Pinci