Roma, dal Bate al Bate: c’è Szczesny che va in cerca di riscatto

bate-roma-szczesny

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Dopo la partita d’andata contro il Bate Borisov, Wojciech Szczesny ha detto a Rudi Garcia che sarebbe stato inutile analizzare una gara che era stata decisa in modo così netto dai suoi errori. Lo ha raccontato lui stesso qualche tempo fa, consapevole che da quei 90’ minuti giocati a settembre in Bielorussa il suo rendimento, praticamente perfetto all’inizio dell’avventura romanista, non è mai più stato lo stesso di prima.

MONTAGNE RUSSE – A volte il portiere polacco ha fatto bene, altre meno. Con l’Atalanta è rimasto in panchina, a Torino invece ha giocato, stasera dovrebbe toccare di nuovo a lui e in quella che il presidente Pallotta ha definito «la partita» ha l’occasione di archiviare quella serataccia bielorussa, gli errori dell’andata e tutto quello che ne è seguito dopo. D’altronde, la Champions League ormai la conosce abbastanza bene, avendo giocato 34 partite (preliminari compresi). Tanto che quest’anno con la Roma, tranne il secondo tempo contro il Barcellona allo stadio Olimpico (saltato per il colpo subìto al dito da Suarez), ha sempre risposto presente. Non è mai riuscito a tenere la porta inviolata, spera di farlo stasera, nei 90’ che contano di più, anche per scacciare tutte le nubi che ci sono sul suo futuro.

CAMBIO DI PASSO – Qualche giorno fa, tra l’altro, Szczesny ha festeggiato il compleanno della futura moglie su Instagram, sorridente e sereno nella sua casa romana, in attesa di capire quello che sarà: che voglia tornare all’Arsenal non è un mistero, come ha ammesso recentemente lui stesso. Per farlo da protagonista però deve cambiare marcia, giocando — e bene — fino alla fine della sua avventura romana. Stesso discorso per quanto riguarda la nazionale polacca, visto che Fabianski non sembra avere tutta questa voglia di abdicare. Le qualità Szczesny le ha e De Sanctis in quel di Trigoria è il primo a riconoscergliele, adesso deve tirare fuori parate e personalità e riavvolgere il nastro fino a quel 30 agosto, a quell’intervento su Bonucci al 90’ che, per adesso, rappresenta la differenza tra Roma e Juventus in campionato. Quella sera tutti i romanisti erano euforici, convinti di aver trovato «il portiere del futuro» e già si discuteva di come provare a trattenerlo la prossima estate. In tre mesi il mondo si è ribaltato e nonostante Szczesny non abbia alcun tipo di problema a Trigoria, né con l’allenatore né tantomeno coi compagni di squadra, il rendimento non è stato più all’altezza delle prestazioni precedenti. Né di quella parata lì.

VOCI E PARATE – Non solo: le voci su quelle sigarette nel post Barcellona che avrebbero indispettito Garcia, quelle sulla sua assenza alla cena di squadra (era invece presente) e le interviste in cui, con enorme sincerità, ha sempre ribadito che difendere da titolare la porta dell’Arsenal è il suo sogno, non hanno facilitato il rapporto con la piazza. «Fino a quando vestirò questa maglia, fosse uno o 10 anni, darò il massimo», ha però voluto chiarire Szczeny, e a Trigoria sono tutti convinti che sia così. Adesso, però, tocca a lui dar seguito alle parole con i fatti. Farlo contro l’avversario che ha segnato il punto più basso della sua esperienza romanista (3 gol in mezzora, di cui almeno 2 sulla coscienza) sarebbe un bel modo per iniziare.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti