Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – «Io non mollo mai. Spingerò la squadra fino alla morte, se serve». Rudi Garcia non si dimette, e lo dice a chiare lettere al termine dalla gara con lo Spezia che ha portato all’eliminazione della Coppa Italia della formazione giallorossa ai calci di rigore. Toccherà alla società, ora, decidere se andare avanti con il tecnico francese o se cambiare, magari dopo la gara con il Genoa di domenica pomeriggio. Il match di ieri, però, è stato sicuramente il punto più basso delle ultime tre stagioni, e arriva dopo una serie di prestazioni negative: tra campionato e coppe la Roma non vince dal derby (8 novembre) e ha segnato due gol (di cui uno sul risultato di 6-0 a Barcellona) nelle ultime sei partite.
«Questo è un fallimento – l’analisi dell’allenatore – siamo nella tempesta ma non ci sono alibi. Ci sentiamo in colpa, non siamo stati in grado di segnare un gol nei 90 minuti, non dovevamo andare ai rigori ma vincere prima. La cosa che mi dispiace, che mi fa arrabbiare, è che abbiamo perso fiducia: non è normale che non si prendano rischi e che si giochi solo lateralmente o indietro. Questo deve servire da lezione ai giocatori, per capire che quando si gioca con i dubbi non si va da nessuna parte». La squadra non andrà in ritiro, così ha deciso insieme alla società. Qualche appunto da fare ai suoi uomini, però, ce l’ha. «Io faccio da scudo ai miei giocatori, lasciateli tranquilli. Non so però se tutti hanno capito che giocano in una società importante e se si erano resi conto della delicatezza della gara. Non si può non vincere in casa contro una squadra di serie B, seppure di buon livello. Se non l’hanno capito, glielo dovrò spiegare io quando ci parlerò. Però non mi sento tradito, conosco i miei calciatori e li amo».
Più evidente il riferimento alla condizione atletica, che non cura più in prima persona, sempre più carente. «Potremmo stare meglio sul piano fisico, servono orgoglio, carattere e coraggio. La fiducia è importante ma dobbiamo cercare di mettere in campo tutta la benzina che abbiamo». Garcia cerca di aggrapparsi ad ogni piccolo segnale positivo per provare ad infondere nell’ambiente un po’ di ottimismo. «Sono tre partite consecutive che non prendiamo gol, ora siamo efficaci in difesa ma non segniamo più ed abbiamo perso equilibrio». Dipendesse da lui, tornerebbe in campo anche oggi. Dovrà aspettare domenica per prendersi una rivincita. «È necessario ritrovare entusiasmo e fiducia, e tocca solo a noi farlo, non ci aiuta nessuno. Ora diventa fondamentale la gara con il Genoa, ci serve una vittoria per uscire dalla tempesta. Dobbiamo ritrovare lo spirito dei lupi che avevamo fino al derby». Sui fischi: «I tifosi devono sapere che siamo arrabbiati quanto loro, spero che dimostreremo tutta questa rabbia. L’ho già detto, preferisco essere fischiato da 70 mila persone che vedere lo stadio vuoto».