La Repubblica (R.Caponetti) – Con i suoi gol ha unito l’Italia nel 1982. Ora però Paolo Rossi divide il resto del Paese dai romani. Non sono d’accordo con la proposta di intitolargli lo Stadio Olimpico, lanciata dal presidente della FIGC Gravina e diventata nei giorni scorsi proposta di legge. Lo scorso 9 dicembre lo stesso Gravina e Gianni Infantino hanno rilanciato la cosa: “Ci impegneremo per capire se sia posisibile che l’Olimpico o un altro stadio venga intitolato a Paolo. Certo, non dipende da noi“. Sui social e nelle radio il dissenso è comune: è vero che Paolo Rossi ha scritto la storia del calcio italiano, ma il suo rapporto con Roma è inesistente: “E’ nato a Prato e inoltre è stato il simbolo della Juventus“. E ancora: “Gli intitolassero lo stadio di Torino o di Vicenza, non il nostro“. Si rammarica la moglie: “Paolo deve restare una figura positiva, non un motivo di discordia. La campagna sta andando avanti, in tanti sono favorevoli all’idea anche se i tifosi di Roma e Lazio mi sembrano contrari. Personalmente mi sembra una grande cosa: Paolo è visto come un eroe nazionale e ha sempre unito il Paese“.