Il Romanista – C’era un cinese in Roma

Spunta il socio cinese. Un misterioso soggetto finanziario avrebbe bussato alla porta di Unicredit per il 20% dell’As Roma. Per ora, però, si tratterebbe solo di una manifestazione di interesse. Nulla di più di un puro e semplice contatto.
Ma di chi si tratterebbe? Stando alla ricostruzione fatta ieri da repubblica.it, il mister X sarebbe il fondo sovrano China Investment Corporation. La questione As Roma sarebbe stata un accento all’interno di una frase articolata. La Cina è una superpotenza interessata ad allungare i tentacoli su un colosso del credito europeo. Unicredit potrebbe favorirne l’ingresso a patto che il fondo subentri in parte della quota detenuta dalla banca nell’As Roma. C’è chi sostiene che il contatto per il club risalirebbe all’accettazione da parte della banca dell’offerta vincolante di DiBenedetto. Quindi, metà febbraio. A detta di qualcun altro, invece, il primo approccio sarebbe ancora più datato. Ma sempre di contatti parliamo. Certe operazioni si fanno quando si comunicano, qui invece siamo ancora nel campo dei rumors. Del niente. Qualora ci sia una manifestazione di interesse, avvertono le fonti, questa deve tramutarsi in qualcosa di più concreto. E da quanto risulta a “Il Romanista”, siamo molto lontani dall’avvio di una trattativa. C’è poi anche un altro elemento che suggerisce prudenza. Unicredit non ha tutta questa fretta di vendere – o di dismettere, se preferite – tutta o buona parte della quota del 40% attualmente detenuta nell’As Roma attraverso la holding di cui è socio di minoranza.

Il progetto americano promette benissimo sia dal punto di vista tecnico che da quello prettamente finanziario, quindi la fetta posseduta dalla banca potrebbe ben presto lievitare di valore. E poi Piazza Cordusio preferirebbe trasmettere la propria quota (o una parte) a un partner italiano. Uno è noto. È Toti, costruttore e patron della Pallacanestro Virtus Roma. In ogni caso, la cordata americana avrà voce in capitolo su una futura cessione da parte della banca. Fino al 31 marzo 2012, Unicredit potrà dare via al massimo il 25% della propria partecipazione a uno o più investitori italiani. Ma a condizione che questo soggetto «abbia ottenuto – recitano i patti parasociali siglati a Boston – il gradimento da parte della DiBenedetto As Roma LLC». Qualora invece la banca voglia vendere a investitori stranieri (oppure la cessione avvenga dopo il 30 marzo), la DiBenedetto As Roma LLC avrà sempre un diritto di prelazione. In pratica, gli americani avranno la precedenza.
Il Romanista – Daniele Galli

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