L’ultima volta che la Roma ha giocato alle 15 all’Olimpico il protagonista è stato lui. Erik Lamela, 20 anni da compiere a marzo, esordio con gol (gran gol) dopo appena 7 minuti. Avversario, per la cronaca, il Palermo. Giusto per far vedere di che pasta era fatto. Giusto per far dire achi aveva borbottato sull’investimento fatto dalla Roma (diciassette milioni più bonus, il primo dei quali già messo in conto dopo le dieci presenze) che “sì, forse ne valeva la pena“. Quello che i tifosi della Roma stanno scoprendo in queste settimane, a Trigoria – e soprattutto a Walter Sabatini – è noto già da tempo: Lamela è uno dei migliori talenti sudamericani in circolazione.
Uno dei primi tre, almeno. Un giocatore che, pur giovanissimo, dimostra già, oltre al talento, anche quella cattiveria, quella ferocia (per dirla con una parola tanto cara al ds) e quell’agonismo che non gli hanno creato problemi di adattamento nel calcio italiano. Per questo “e anche per quell’intensità con cui si allena” Luis Enrique gli ha affidato una maglia da titolare senza troppi problemi. A Napoli, il 18 dicembre scorso, ha propiziato il gol del vantaggio e poi è stato protagonista della sua miglior partita fino a questo momento: giocate, corse, scontri fisici, tanto carattere e una voglia di vincere che, col tempo, può solo crescere: “Non ci sta a perdere – dice chi lo vede tutti i giorni a Trigoria – neanche nelle partitelle cinque contro cinque“.
In questa settimana Lamela ha avuto un piccolo problema al tallone della caviglia sinistra, la stessa infortunata in estate e che lo ha tenuto per un paio di mesi lontano dai campi. Colpa di un pestone ricevuto a Trigoria e anche di un’amichevole di solidarietà giocata durante le vacanze di Natale che Erik ha trascorso in Argentina insieme alla famiglia. La botta si è riassorbita tanto che ieri, dopo l’allenamento, Lamela è rimasto in campo insieme a Viviani, Taddei, Caprari, Cicinho, Simplicio, Heinze, José Angel, Bojan, Pjanic, Barusso e Gago per provare i tiri in porta.
Segno che l’argentino vuole il suo secondo gol con la maglia della Roma. La confidenza con la porta è una delle cose in cui deve migliorare – e lui è il primo a saperlo – ma classe e tempo sono dalla sua parte. Il futuro è suo e il futuro comincia oggi, nella partita partita dell’anno. Col sole, proprio come quel 23 ottobre quando, con un sinistro spettacolare sotto la Nord, si è presentato ai tifosi della Roma.
Il Romanista – Chiara Zucchelli