Corriere dello Sport (L. Scalia) – Chi lo conosce sa che Joao Costa è un brasiliano (con passaporto portoghese) serio, professionale, gran lavoratore. Si è ambientato a Trigoria nel giro di una settimana dopo essersi lasciato alle spalle le esperienze nelle giovanili di Palmeiras e Corinthians. I ragazzi che arrivano da fuori regione ci mettono più tempo, a volte anni.
Era il 2021: la segnalazione parte da Doni, ex portiere giallorosso, poi il fratello Joao Marangon chiude l’affare con la Roma, archiviato un provino dal vivo più che positivo. L’ultimo bambino di Mourinho, nominato in conferenza stampa e convocato per la sfida contro il Frosinone, è arrivato a costo zero sotto la gestione De Sanctis-Lo Schiavo.
La chiamata di Mou rappresenta un’occasione per Joao Costa, esterno che ha come punti di forza la velocità, il dribbling e quindi anche l’imprevedibilità. E forse è un’occasione anche per la Roma. All’Olimpico, infatti, se ce ne sarà bisogno, ci sarà un’arma sconosciuta da usare. Spesso è stato paragonato a Douglas Costa, l’ex Juventus e Bayern Monaco che in accelerazione non aveva rivali.
Lo Special One ha osservato Joao Costa a lungo nelle sue incursioni al Tre Fontane, di recente proprio nella partita contro il Frosinone di Totti jr. Non solo. L’ha studiato anche da vicino, coinvolgendolo negli allenamenti della prima squadra. L’anno scorso Joao Costa, classe 2005, ha giocato principalmente in Under 18, ma si allenava già con la Primavera da sotto età. Si è infortunato due volte, ma in questa stagione si è preso subito la maglia da titolare nella Roma dei baby, per la precisione nella casella di destra del tridente. Al pronti via del campionato Primavera è andato a segno contro la Fiorentina.