Corriere dello Sport (R. Maida) – Il verdetto è un mattone sullo stomaco. La Roma domina il primo tempo, segna e sbaglia con Dovbyk, poi si concede al Genoa che pareggia al sesto minuto di recupero. De Winter, al primo gol in A, diventa l’eroe della gradinata nord mentre De Rossi, appena espulso, si interroga sui perché di una partita buttata via. Sul risultato – è doveroso chiarirlo – pesa il rigore non assegnato a Dybala per un fallo dello stesso De Winter sullo 0-0. Poco, a seguito di un Var Check durato sei minuti, si è sbloccato Dovbyk. Altre tre volte nella sua storia la Roma era rimasta senza vittorie nelle prime quattro giornate. E nei tre casi precedenti solo in un campionato (1974/1975) è risalita in zona Champions, terminando terza.
La delusione dei tifosi insomma è comprensibile. Le sostituzioni conservative di De Rossi, che ha perso Saelemaekers (frattura a un osso della caviglia destra) e si è raggomitolato a proteggere il tesoro, non hanno inciso: l’esordiente Hermoso è sembrato fuori condizione e ha partecipato con l’acciaccato Ndicka al pasticcio finale. La Roma avrebbe potuto sfruttare meglio le occasioni in area di rigore, a conferma di un problema strutturale che è scritto nelle dure reti segnate in questo avvilente avvio di stagione. Ma in trasferta si può anche vincere 1-0 se si mantengono ordine e concentrazione fino all’ultimo secondo. Non è stato così. E la rabbia monta. La Roma ha vinto solo una delle ultime undici, contando anche quelle della scorsa stagione: la rotta va invertita velocemente.