Il Messaggero (A. Angeloni) – La giornata comincia con un no. È di Joe Barone, dg della Viola: “Ikoné non è sul mercato, non va alla Roma. Resta con noi”. Il club giallorosso incassa, ma spera che la trattativa con la Fiorentina per Belotti (si era parlato di uno scambio con il francese) resti in piedi: Pinto è a Milano anche per questo. Il Gallo ora, con De Rossi, è diventato esubero e la Roma ha cambiato strategia sul mercato e, come stiamo vedendo, è a caccia più di uomini di fascia che di difensori centrali, avendo scelto di giocare a quattro (anche ieri in amichevole con l’Al Shabab proposto il 4-3-3 visto col Verona).
Uno è arrivato, Huijsen (e, con questa situazione tattica, dovrà bastare e avanzare, in attesa dei recuperi di Smalling e Kumbulla. De Rossi ha chiesto un esterno alto e un terzino sinistro, quest’ultimo il più urgente dopo l’infortunio di Spinazzola (che starà fuori un paio di settimane) e lo spostamento in un ruolo più avanzato di Zalewski. Dopo il no di Barone per Ikoné arriva il sì di Angeliño, terzino sinistro spagnolo. La Roma, prima di chiudere deve definire una partenza. Non può inserire nella lista (sono 17 i calciatori più 4 di formazione italiana, esclusi i giovani cresciuti a Trigoria) un altro elemento. La cessione di Viña non conta, visto che era al Sassuolo e gli otto milioni (più 2 di bonus) che il Flamengo verserà potranno essere “utilizzati” da giugno. Quindi, gli indiziati a partire sono Belotti (chiuso da Lukaku e da Azmoun, e c’è anche Abraham), Sanches.