Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Richiesta di archiviazione per i Friedkin e l’attuale dirigenza, rischio processo invece per l’ex presidente James Pallotta e gli ex amministratori della Roma tra il 2017 e il 2021. La Procura della Capitale ha accertato che l’attuale presidente e i dirigenti della nuova gestione non rientrano nell’inchiesta che ha messo nel mirino il club giallorosso per il caso plusvalenze, quindi le indagini sulla compravendita fittizia di giocatori.
Dopo le perquisizioni avvenute nell’aprile 2023 ai dirigenti del club da parte della Guardia di Finanza, la Procura ha sollecitato la richiesta di archiviazione nei confronti degli attuali amministratori, tra cui i Friedkin, dal momento che nel periodo successivo al 2021, anno di acquisizione della società, non risultano più effettuate operazioni come quelle oggetto di contestazione, mentre le ricadute delle operazioni precedenti sui bilanci successivi non hanno determinato conseguenze rilevanti sulla attendibilità dei risultati di bilancio e della situazione patrimoniale della società. In sostanza, i Friedkin e i suoi dirigenti non sono più sotto la lente d’ingrandimento dell’impianto accusatorio.
Diverso è invece il discorso per quanto riguarda gli ex amministratori del club. L’atto di chiusura degli accertamenti, che precede la richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato a James Pallotta ma anche agli ex dirigenti Mauro Baldissoni (direttore generale), Guido Fienga (amministratore delegato), Giorgio Francia (financial controller), Umberto Gandini (Ceo), Francesco Malknecht (responsabile dell’area finanza, amministrazione e controllo) oltre che per la società.
I reati ipotizzati, a seconda delle posizioni, di falso in bilancio e aggiotaggio informativo riguardano in totale dodici operazioni di compravendita e che hanno portato alla realizzazione di plusvalenze: Defrel, Marchizza e Frattesi, poi le operazioni Zaniolo, Santon e Nainggolan, e quelle di Cristante, Tumminello, Spinazzola e Luca Pellegrini. Nell’atto di chiusura d’indagine è citata anche l’operazione Manolas e Diawara. Secondo la Procura della Capitale gli ex dirigenti avrebbero realizzato una serie di plusvalenze fittizie mediante scambi di giocatori apparentemente realizzati come operazioni di acquisto separate e contabilizzate come tali, ma generando 179 milioni di euro di plusvalenze.