È scontro frontale. La Roma non si è fatta intimorire dal Viminale e ha risposto con un comunicato strepitoso a Maroni, che il giorno prima l’aveva accusata di non avere informato nessuno sull’iniziativa del carnet di 16 partite.
Siamo pronti a dare tutti i chiarimenti di questo mondo, avvisa la Roma, ma poi andremo avanti per la nostra strada e, se proverete a fermarci di nuovo, saremo costretti «a riconsiderare drasticamente la strategia di fidelizzazione alla base del programma “Tessera del Tifoso”». Non è un bluff. Partiamo dal Cda. Anzi, meglio, partiamo da Maroni. Lunedì, cogliendo di sorpresa tutti, il Ministro dell’Interno aveva polemizzato a distanza con la Roma. La Roma ha preso «un’iniziativa autonoma senza informarci», ha detto il Ministro. Secondo Maroni, il pacchetto di 16 partite acquistabile da tutti, pure dai non tesserati, «non è coerente con il protocollo di legalità». E dice pure che l’accordo «è stato firmato dalle società».
Il Cda della Roma ha risposto così: «In relazione alle più recenti determinazioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e del C.A.S.M.S., il Consiglio di AS Roma ha ribadito che l’iniziativa assunta in merito al cosiddetto “special card 16 gare”, come già dalla società ampiamente illustrato in diverse occasioni, rispetta tutti i requisiti di sicurezza e organizzativi caratteristici del programma “Tessera del Tifoso”, nonché tutte le norme inerenti al tema. L’iniziativa, benché descritta ed elaborata anche attraverso numerosi incontri con tutti gli organi competenti, tra cui l’Osservatorio, la Questura, l’Ufficio del Ministro degli Interni, risulta essere ancora oggetto di approfondimenti ritenuti necessari da parte dell’Osservatorio». Questa parte del comunicato è bellissima. La Roma non solo ribadisce che è stato fatto tutto nel pieno rispetto delle regole. Ma pure che il Viminale sapeva tutto. Tutto. Nel comunicato si parla di «numerosi incontri con l’Osservatorio, la Questura, l’Ufficio del Ministro degli Interni». Quindi, le cose sono due. O non è vero – ed è quello che sostiene la Roma – che Maroni è stato tenuto all’oscuro. E sarebbe grave. Oppure il Ministro non è stato veramente informato. E sarebbe gravissimo.
La società è stanca però di questo gioco delle parti. «Il Consiglio di AS Roma – si legge ancora nel comunicato – ha pertanto invitato i propri dirigenti ad attivarsi nei confronti delle Istituzioni sportive, delle Leghe professionistiche e degli altri Club, ed a rendersi immediatamente disponibili per fornire tutte le informazioni e spiegazioni eventualmente ancora necessarie agli Organi competenti, auspicando che ciò possa finalmente condurre ad una utile condivisione dell’iniziativa». E poi? «Nell’ipotesi in cui, nonostante i successivi chiarimenti, l’iniziativa non venisse recepita, l’AS Roma si vedrebbe costretta a riconsiderare drasticamente la strategia di fidelizzazione alla base del programma “Tessera del Tifoso”». Significa che la Roma è disponibile ad andare a discutere del carnet in Lega, a Milano. E pure a parlarne con le altre istituzioni sportive (Coni, Figc e le altre leghe) e i club. Ma dopo ripartirà alla carica con il carnet. La società è pronta a depotenziare l’As Roma Club Privilege.
Spiegano a Trigoria: se non ci fate passare il carnet, che è a tutti gli effetti una tessera del tifoso di Serie B che ha l’unica funzione di far risparmiare la gente per andare allo stadio, allora non ha più senso riempire di contenuti la tessera del tifoso di Serie A. Il ragionamento non fa una piega.
Il Romanista – Daniele Galli
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