Alla fine ha vinto Massimo Cellino. Roma-Cagliari si giocherà venerdì 1 febbraio e non il 27 dello stesso mese. A slittare, addirittura al 17 aprile, è infatti la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter, in un primo momento prevista per mercoledì 30 gennaio.
Un pasticcio di date, che aveva fatto scattare l’ira del numero uno sardo, che dal suo «buen retiro» di Miami ha preso carta e penna e scritto una lettera aperta al rieletto presidente Maurizio Beretta, in cui per salvaguardare il regolare svolgimento del campionato si diffidava la Lega di Serie A a «continuare a percorrere questa soluzione», invitandola «a trovare soluzioni diverse per non falsificare il campionato» e minacciando «un’azione risarcitoria nei confronti di tutti gli organismi interessati». Una situazione delicata, soprattutto perché c’è ancora in ballo la questione della gara di andata, assegnata a tavolino alla Roma dal giudice sportivo, decisione contro la quale il Cagliari ha fatto ricorso all’Alta Corte del Coni. Anche per questo, probabilmente, si è optato per una soluzione diplomatica per cercare di non creare ulteriori polemiche. Decisione che è stata possibile solo grazie al consenso di Inter e Roma, che non si sono opposte allo slittamento. Dalla società giallorossa non è arrivato nessun commento ufficiale, ma la decisione somiglia molto ad una nuova sconfitta politica, la seconda dopo l’inversione di campo con la Fiorentina.
Nel frattempo i manager giallorossi, accompagnati da quelli del Raptor Accelerator (Pannes e Barror) per i prossimi due giorni saranno impegnati nel progetto del nuovo stadio. Nella tenuta in Umbria di Luca Parnasi, costruttore proprietario dei terreni di Tor di Valle, si sono dati appuntamento con l’architetto incaricato del progetto, Dan Meis, per pianificare alcuni dettagli del progetto che sarà presentato non prima di maggio.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini