La Roma esce di scena al Sant’Elia, dove non vince da 16 anni: rimane sesta in classifica ma ormai è distante 10 punti dalla zona Champions. Questa sconfitta, la nona stagionale, diventa il punto più basso della gestione di Luis Enrique: il Cagliari si esalta, 4 a 2, e per la prima volta i giallorossi, tatticamente in tilt, subiscono quattro reti da una formazione che mai aveva segnato, fin qui, quattro gol. Gli errori dei singoli incidono sul risultato. Amnesie dietro, gaffe in area avversaria. L’annata prende la piega peggiore. Oggi è fuori dalle coppe, con il rischio di non andare in Europa l’anno prossimo. Luis Enrique va avanti con il turn over. Ma cambiando, peggiora l’assetto. Tre novità al Sant’Elia, rispetto alla gara di domenica con il Bologna: Kjaer per Heinze e Josè Angel per Taddei in difesa e Simplicio per Greco a centrocampo. Ballardini, con il solito 4-3-1-2, presenta in attacco Pinilla e Thiago Riberio, scelta che risulterà giusta: entrambe le punte fanno centro. Ma è la Roma, come spesso accade, a regalare ogni rete (…). Il Cagliari fa pressing con Cossu, trequartista dietro ai due attaccanti, con Dessena e Nainggolan, intemedi piazzati vicino a Conti che si sistema davanti alla difesa. Solo quando i giallorossi alzano il ritmo, riescono a evitare la trappola. Accade a tratti, grazie ai palleggiatori Simplicio e Pjanic che cercano Borini e Lamela sui lati e Totti in mezzo.
Luis Enrique chiede velocità nella manovra e maggiore attenzione nelle ripartenze che vengono lasciate ai rivali. Un lancio improvviso di Conti taglia il campo e atterra sulla fascia sinistra. Lì Thiago Ribeiro lascia sul posto Rosi, si accentra e conclude forte di destro da fuori area: Stekelenburg è in ritardo e prende gol sul suo palo. E’ il settimo: 1 a 0, con il brasiliano che festeggia la seconda rete in campionato, la prima, il 17 settembre, al Novara (la terza, per la doppietta, nella ripresa). Al primo corner, la Roma pareggia: batte Totti, Juan si libera di Canini e realizza di testa: 1 a 1 al tredicesimo e secondo gol in questo torneo pure per il brasiliano giallorosso. In difesa, però, la Roma continua a ballare. Josè Angel si conferma fragile, Rosi e Kjaer distratti. Simplicio combatte e conquista una punizione. L’arbitro Romeo vede una trattenuta di Thiago Ribeiro che a sua volta chiede il fallo dell’avversario. Pjanic calcia di potenza: tiro centrale che però Agazzi respinge. Borini è il primo ad arrivare sul pallone, scaricando con violenza di destro il pallone del sorpasso: 2 a 1 al trentacinquesimo (…). Ma il vantaggio dura poco: pennellata di Cossu dal centro verso sinistra, Kjaer dorme e tiene in gioco Pinilla, Rosi non chiude e il cileno, entrando in area, con un tocco di esterno destro sull’uscita di Stekelenburg, sigla il 2 a 2.
La Roma va sotto di nuovo all’inizio della ripresa. Un’altra rete subita su un contropiede del Cagliari. Gago perde palla in un contrasto con Conti che appoggia a centrocampo per Pinilla bravo a innescare Thiago Ribeiro. Sulla verticalizzazione, Stekelenburg accenna l’uscita ma si ferma. Ripensamento fatale. Thiago Ribeiro vola in area e conclude di destro sotto la traversa: 3 a 2 al quarto. L’arbitro Romeo, male assistito dall’assistente Manganelli, non vede il fallo da rigore di Agazzi su Simplicio che salta il portiere grazie a un rimpallo e forse a un tocco di mano. I giallorossi, spinti da Pjanic, vanno all’assalto. Ma falliscono le tante occasioni per il pari. Totti per Rosi in area e tiro del terzino a lato; destro al volo di Gago su corner del capitano e palla di poco sul fondo; incursione di Rosi e cross basso per Lamela che arriva in ritardo davanti alla linea; Pjanic per Borini che irrompe in area ma Agazzi devia in angolo; ancora l’attaccante gira sul fondo, di testa, un corner di Totti; Pjanic, lanciato da Gago, calcia in diagonale a lato. Luis Enrique fa entrare Greco per Simplicio a metà tempo, Ballardini si copre con Ekdal per Thiago Ribeiro e a seguire con Ariaudo per Cossu. Nel finale c’è Bojan per Lamela. Prima del recupero un’altra punizione a giro di Pjanic: fuori di un palmo. Ibarbo, entrato per Pinilla, si beve Juan e appoggia a Ekdal che cala il poker al quarantasettesimo.
Il Messaggero – Ugo Trani