Corriere dello Sport (R. Maida) – Niente accade per caso, tranne gli accoppiamenti sorteggiati. Non è un caso se la Roma elimina il Feyenoord ai rigori, perché nessuna squadra negli ultimi 7 anniha superato più turni Uefa a eliminazione diretta. E non è un caso se il Brighton and Hove, unione di due città dell’East Sussex, si è infiltrato tra le grandi d’Inghilterra fino a vincere il primo girone di Europa League della sua storia.
La fatalità è appunto l’incrocio tra le due squadre e i due allenatori italiani, che hanno in comune il prefisso “De” e un’idea propositiva del gioco: De Rossi ha anzi indicato De Zerbi come suo modello, insieme a Spalletti, e nel periodo di inattività è andato a studiarne il metodo proprio a Brighton. “Siamo grandi amici – conferma De Zerbi – noi come le nostre figlie. Poi vediamo il calcio allo stesso modo: immaginavo sarebbe diventato un bravo allenatore. Sarà difficile batterlo”.
Alla Roma poteva andare meglio perché i Rangers o il Villarreal, senza contare lo Slavia Praga che ha fatto penare Mourinho, aprivano prospettive più comode verso i quarti. Ma tra le palline sollevate da John O’Shea, ex difensore irlandese testimonial della finale di Dublino, c’erano anche Liverpool e Bayer Leverkusen, due portaerei, e allora bisogna adeguarsi. Non sarà impossibile andare avanti, soprattutto se la Roma saprà sfruttare il fattore Olimpico come fece l’anno scorso contro la Real Sociedad.