È un po’ che l’annunciavano in forma. «Scalpita, ci sta, in allenamento è difficile tenerlo», si è detto spesso dalle parti di Trigoria nelle ultime settimane. (…) Quel Bojan lì, ammirato nelle serpentine e negli spunti tra Kaladze e Carvalho, si avvicina molto al Bojan blaugrana, anche se quello è ancora più in là. Ma considerando i momenti di buio e le pause degli ultimi mesi, il Bojan di lunedì sera fa davvero ben sperare. Per il finale di stagione della Roma e anche per il suo. Bojan, infatti, da contratto dovrebbe restare a Roma almeno un altro anno (a meno che a giugno il Barcellona non versi alla Roma una differenza di 4 milioni di euro, difficile crederci), ma poi quando le cose non vanno si riesce sempre a mettersi d’accordo…
Lavorare E allora, la speranza è che il folletto catalano si sia sbloccato, mettendosi alle spalle insicurezze e paure. È vero, con il Genoa ha sbagliato un gol difficile da fallire (…), ma nei 30 minuti finali è stata una presenza costante, dimostrando vitalità, reattività e anche coraggio. «Sono felice per la vittoria — ha scritto ieri l’attaccante giallorosso sul suo profilo Facebook — Ma ora dobbiamo continuare a lavorare, abbiamo ancora molto da fare!». Con quei 30 minuti lì, però, c’è l’impressione che Bojan si sia guadagnato un po’ di gloria anche per San Siro, sabato pomeriggio, contro il Milan. Se non, a sorpresa, anche tutta la partita…
Verso San Siro Già, perché in un attacco in cui ritorna Totti e dove Osvaldo e Borini sembrano in questo momento intoccabili, Bojan può essere la scheggia impazzita (molto più di Lamela, in calo) da qui alla fine del campionato, quello in grado di accelerare e dare gas alla squadra anche a partita in corso. «Questa squadra è un 10», ha scritto sempre ieri Bojan. Già, soprattutto ripensando anche al suo Barcellona. Lunedì la squadra si è stretta intorno ad Abidal, sabato Bojan proverà a «tagliare le gambe» al Milan nella corsa scudetto. Già, proprio quel Milan che poi se la vedrà in Champions con il suo Barça. Che sia anche questa una scossa in più per il folletto catalano.
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano
