Pagine Romaniste (R. Gentili) – La Sud, dove nel muretto occupato dai Fedayn è tornato lo striscione – per ora coperto – dei Fedayn, ha fatto campeggiare una delle frasi più belle dedicate a Roma. “Amor Romae nostra Lex”, l’amore per Roma è la nostra legge. Non può di certo essere un caso se il gol della vittoria nella semifinale d’andata di Europa League l’abbia firmato un figlio della Lupa, cresciuto in giallorosso e con gli stessi colori nel cuore. La Roma si aggiudica il primo round nella sfida per accedere grazie al gol di Bove (62’), lesto dopo la respinta di Hradecky sul tiro di Abraham. La prossima settimana in Germania per completare l’opera e volare a contendersi il secondo trofeo europeo consecutivo.
LE PAGELLE
Rui Patricio 6 – Sono i primi minuti quelli in cui è più impegnato. Nel primo tempo getta acqua sui fiammanti ed iniziali tiri di Andrich e Wirtz: blocca il primo, accompagna a lato il secondo. Comincia la ripresa ed arriva il brivido con una presa non perfetta in uscita, aggiustata in tre tempi. Si sconnette nel finale, rischiando due volte di regalare situazioni per il pareggio.
Mancini 6,5 – Trovata la giusta distanza da Cristante, fornisce assistenza alla manovra e a Celik. Il turco, poi, mantiene sulla destra una palla che Mancio spreca.
Cristante 7 – Catapulta la Roma in avanti con lanci ben visti ma calibrati non come sa. Mai in seria apprensione da difendente.
Ibanez 7 – Gli errori, anche se reiterati e decisivi, sono umani. Conta rialzarsi. Soldato Roger lo fa. Hradecky si supera sulla girata di testa, usata poi per controllare il frizzantino attacco tedesco.
Celik 7 – Spoglia il ramo: per una foglia dove fa un gesto positivo, cade subito dopo un qualcosa di meno lodevole. Gli va però senz’altro riconosciuta la grande caparbietà, oltre a linee difensive ben tracciate.
Matic 6,5 – I tentacoli della marcatura lo tengono bloccato. Meno utile di quanto sappia fare, rischia in un paio di situazione anche di essere controproducente. Ma Sir Nemanja resta eccome in piedi.
Bove 8 – 110 e lode, bacio accademico dato dalla standing ovation dell’Olimpico in piedi. Un “bambino” diventato tutto d’un tratto gigante. Studente universitario, ben conosce l’importanza di certi esami. Con immensa sapienza e serafica calma supera quello odierno. Mai al risparmio, lima la spada a furia di contrasti. Non se la sente di calciare nella fin troppo avvolgente manovra di inizio ripresa, non può esimersi dal farlo quando sulla respinta di Hradecky che lo mette con la porta in bella vista. (Dal 77’ Wijnaldum sv – Potrebbe esserci per il ritorno, si scalda).
Spinazzola 6,5 – Tutta una questione di centimetri ed attimi. Non aggancia il lancio di Cristante ad inizio partita per un nonnulla, tempestivo nello sporcare quanto basta la discesa di Diaby della mezz’ora. Ne raccoglie l’idea e nella ripresa apre spesso il poco sorvegliato cancello, che affaccia nell’area riempita confusamente.
Pellegrini 6,5 – Acclamato dal pubblico e dai compagni, ha in mano lo spartito che la Roma deve seguire. Orchestra una ripartenza a cui Abraham non dà seguito, porta sulla testa di Ibanez il tiro su cui Hradecky mette una grande pezza. Non chiude mai il pozzo di grandi idee e visione superiore.
Belotti 6- Dybala va in panchina perché la caviglia duole. Lui non è che stia meglio, ma le opzioni sono ridotte all’osso. Sbatte continuamente contro i tedeschi, a fine primo tempo e ad inizio ripresa non ha la forza necessaria per spingere in porta la palla di Pellegrini. (Dal 77’ Dybala sv – Magari servirà in Germania, comincia a scaldarsi).
Abraham 6 – Tentenna quand’è chiamato a tenere vive due ripartenze, l’unico tiro che riesce a fare è l’assist per mezzo biglietto direzione Budapest timbrato da Bove ma pagato da lui. L’iniezione di fiducia, materia di cui vive lo innalza ancor di più.
Mourinho 7,5 – Un bambino lo avvicina a Budapest.