Atalanta prima in classifica (senza il meno sei della penalizzazione) e Roma undicesima dopo quattro gare disputate. Chi l’avrebbe mai detto? Probabilmente nessuno, nemmeno gli stessi atalantini e certamente non i romanisti che speravano in un avvio migliore (di fondamentale importanza la vittoria di domenica sera contro il Parma). L’Atalanta è indubbiamente la vera rivelazione di questo inizio di campionato italiano di calcio. Fino ad un mese fa la squadra bergamasca era data da tutti come la principale candidata alla retrocessione. Il giocatore più rappresentativo, il capitano storico ed ex nazionale Cristiano Doni, squalificato per illecito sportivo per tre anni; Thomas Manfredini accusato e assolto per lo stesso motivo; la società penalizzata per il principio della responsabilità oggettiva con meno sei punti in classifica da scontare nel campionato in corso. Poteva essere il presagio di una smobilitazione generale e invece la campagna acquisti si è rivelata alquanto dispendiosa per una piccola società come quella lombarda che fa del settore giovanile il proprio fiore all’occhiello (da sempre tra i migliori d’Italia insieme a quello dell’Empoli e quello della Roma). Alla chiusura del mercato estivo l’Atalanta si è trovata un disavanzo globale di circa 9 milioni di euro e alcuni giocatori di buon livello (ma un mese fa i giudizi erano tutt’altro che lusinghieri…). Difesa sistemata con gli innesti dell’ex sampdoriano Lucchini e dell’ex Bari Masiello, centrocampo rinforzato decisamente con gli arrivi di Cigarini (un ritorno dopo il girovagare tra Napoli e Siviglia), Brighi (preso in prestito dalla Roma e con il dente avvelenato nei confronti di Luis Enrique…) e il rientro dal prestito di Schelotto (devastante domenica contro il Novara). Attacco rivoluzionato grazie all’acquisto dall’Udinese di Denis (giocatore perennemente sottovalutato ma già autore di tre reti pesantissime in chiave salvezza) e dell’imprendibile folletto argentino (è alto 1,60 cm) Maximiliano Moralez. Colantuono predica un 4-4-2 che spesso può diventare un 4-4-1-1 dove gli inserimenti degli esterni contano moltissimo nell’economia di gioco e dove il peso dell’attacco ricade totalmente sulle spalle della punta centrale (Denis o Tiribocchi). Nelle ultime 8 partite disputate allo stadio Olimpico negli anni in cui la squadra nerazzurra ha militato in Serie A, si registrano 7 vittorie giallorosse (in atto una serie positiva di cinque vittorie) e una sola nerazzurra nel 2002-2003. Nel computo totale sono 50 le partite disputate tra le due squadre nella capitale con uno schiacciante predominio romanista. Ben 32 le vittorie dei capitolini contro le sole 4 dei lombardi. 14 i pareggi di cui l’ultimo risalente al lontanto 1993. La Roma dovrà stare molto attenta perché la squadra di Mister Colantuono è aggressiva, affamata e vogliosa di dimostrare che i punti di penalizzazione sono immeritati. I giallorossi hanno l’obbligo di vincere e dimostrare che i progressi intravisti a Parma non sono casuali.
Francesco Bianchini
PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE