La Gazzetta dello Sport (A. D’Urso) – Tenterà il volo e non si accontenterà di salire un gradino. Non può bastare un pareggio, un punto. O tutto o niente. Stasera l’Olimpico sarà un’ideale pista per il decollo, da cui la Roma cercherà di spingersi in alto con tutta l’apertura alare del gigante Artem Dovbyk, il centravanti che vuole tornare ad aprire le braccia in segno d’esultanza dopo 40 giorni di astinenza. C’è il Braga, c’è in gioco l’Europa League e c’è il prestigio di un club che vorrebbe prendersi lontano dall’Italia ciò che la Serie A per ora non consente. E il centravanti ucraino è l’uomo simbolo tra quei giallorossi che hanno arretrati di piacere e cercano di tornare ai livelli che sona loro congeniali. Vincere con i portoghesi è fondamentale anche nell’ottica di giocare poi in trasferta con l’Az Alkmaar e in casa con l’Eintracht Francoforte (secondo in Bundesliga e che stasera col Lione punta a riprendersi il primato in Europa League) nelle successive due sfide in programma. Serve vincere e segnare quanti più gol possibile per essere certi (o quasi) almeno dei playoff.
L’ultima gara col Tottenham (2-2, con altre 3 reti annullate per fuorigioco e un palo) ha lasciato tracce positive, ma ora è necessario confermarsi e superare il Braga che precede i giallorossi di un punto e che è guidato da quel Carlos Carvalhal già sconfitto due volte nel 2021. E la svolta potrebbe passare ancora dal miglior Dovbyk, recuperato per l’occasione dal tecnico Claudio Ranieri e pronto a riprendersi la scena per scacciare l’idea che l’attacco leggero (con Dybala falso nove) sia effettivamente più imprevedibile. Finora i giallorossi in Europa League hanno segnato appena 5 gol in 5 partite, alla media di un gol a gara: un bilancio da migliorare in vista di una differenza reti che potrebbe servire per una qualificazione alla fase successiva o comunque per un piazzamento migliore. Rilancio Ecco perché, una volta di più, sarà la serata di Dovbyk. Il centravanti non segna dal 3 novembre, a Verona, di fatto 40 giorni di digiuno. In Europa l’ultima gioia è arrivata invece il 24 ottobre, proprio all’Olimpico contro la sua rivale di sempre: la Dinamo Kiev.
Lo scorso anno, al Girona, gli capitò pure un periodo simile, nel quale rimase a secco addirittura dal 20 gennaio al 31 marzo. Poi, però, realizzò 7 gol nelle successive 6 partite, segnando tra l’altro al Barcellona, all’Atletico Madrid e al Betis Siviglia. Per riportarlo ai livelli della Liga Ranieri chiede ai trequartisti di servirlo meglio in profondità e a lui di uscire dai blocchi. Più avanti, chissà, il tecnico potrebbe affiancargli anche una seconda punta di ruolo. Col Girona Dovbyk ha segnato l’85% dei gol dentro l’area di rigore: ora bisogna metterlo nella condizione di ripetersi. In realtà due occasioni d’oro a due passi dal portiere sono arrivate contro Napoli e Atalanta, ma Artem se le è divorate aumentando i dubbi sul fattore “cattiveria”. Per Sir Claudio l’importante è che intanto l’attaccante abbia recuperato la piena forma fisica dopo un periodo difficile: “Artem deve innanzitutto tornare in una buona condizione fisica – ha detto ieri Ranieri – gli infortuni e l’influenza su una struttura come la sua incidono. Noi dobbiamo capire come va servito, l’ho spiegato e fatto vedere ma la prima cosa è che lui deve tornare al 100%, perché quando uno della sua stazza non sta al meglio ne risente. L’innalzamento di autostima di tutta la squadra darà beneficio anche a lui”.
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