Il Messaggero (U. Trani) – Dzeko è in Australia. Come la Roma. Non ancora con i giallorossi. Il bosniaco è a Melbourne con il City. Che si è sbrigato, al momento dello sbarco, a mettere in posa il centravanti e Jovetic sul proprio profilo Twitter. Con le divise del Manchester, per ribadire l’appartenenza, non si sa però fino a quando, dei due campioni al club inglese. Edin e Stevan sono da tempo sul mercato. Cedibili, ma non in saldo. Lo sanno bene Sabatini, ormai entrato ufficialmente nel vivo della negoziazione e al lavoro per presentare l’offerta definitiva, e il suo collega Ausilio che sta cercando di portare il montenegrino all’Inter.
PRIMI INDIZI Il dg Baldissoni, come previsto, non è partito con la squadra. La sua presenza nella capitale è strettamente collegata a quanto accadrà nei prossimi giorni che saranno decisivi per preparare (e magari piazzare) il colpo principale. La distanza tra Roma e il City è stata confermata, in via informale, dai diretti interessati, i ds delle due società e i vari intermediari. Sono 10 milioni, bonus compresi: 20 l’offerta iniziale giallorossa, 28 più 2 la richiesta inglese. Lo stesso Sabatini si è lasciato sfuggire che la «trattativa è complicata» con i suoi interlocutori a Trigoria, dove ha trascorso, appena rientrato dalla missione a Manchester, gran parte del day after. Ma non per questo si sente tagliato fuori. Dzeko è la priorità. Il viaggio in Inghilterra è servito per mettere le cose in chiaro con Begiristain. Tra i due c’era un vecchio conto in sospeso. La lunga chiacchierata è stata utile. Si sono chiariti. Con lo spagnolo disponibile ad ascoltare le proposte del club di Pallotta. Il ds giallorosso, forte del sì del centravanti, ha provato a forzare la mano. Il City, però, non è abituato a fare sconti. Non gli bastano i 23milioni (più 2 di bonus) in 4 anni, ultima offerta di Sabatini. Meglio 28milioni in 2 anni, con l’anticipo che deve però coprire almeno due terzi del valore del cartellino. A Manchester, dunque, gli unici ostacoli da superare sono economici. Soprattutto sulla rateizzazione del pagamento. Perché il tecnico Pellegrini, dopo l’acquisto di Sterling, ormai è sicuro di poter rinunciare al giocatore. E la proprietà, dal canto suo, preferisce non avere il bosniaco avversario in Premier.
PICCOLI PASSI L’aspetto positivo della questione è soprattutto uno. Il City, la Roma e Dzeko hanno tutto l’interesse perché la trattativa si concluda con la fumata bianca. Non fa niente che inizialmente risulti complessa per motivi ben noti: la valutazione data dal club inglese, il tentativo della società giallorossa di abbassare il prezzo del cartellino e l’ingaggio (pluriennale) pesante del centravanti. Il bosniaco, in cambio di un accordo più lungo, accetterà di guadagnare di meno (da quasi 7 milioni a 5). Il suo manager Redzepagic, incaricato dalla Roma di lavorare alla mediazione, sta provando a ottenere una buonuscita per il suo assistito per alleggerire in parte l’investimento della Roma che può superare i 70 milioni. Bisogna, insomma, portare avanti il discorso con il Manchester percorrendo uno step alla volta. La negoziazione di queste ore somiglia sempre di più a quella che certificò il trasferimento di Tevez, nell’estate del 2013, alla Juve proprio dal City. Prima dell’accordo definitivo, il tentativo del Milan e più di uno strappo tra il club bianconero e il Manchester.
OPZIONI DI SCORTA Almeno per ora l’alternativa a Dzeko è come se non esistesse. Anche se lunedì Sabatini ha chiesto all’agente di Mitrovic, centravanti serbo dell’Anderlecht, di aspettare ancora qualche giorno prima di scegliere il nuovo club che dovrebbe essere il Porto. Lo stesso Rondon, bomber venezuelano dello Zenit, non può essere considerato come prima scelta. La Roma, anche mediaticamente, ha bisogno del top player.