Corriere della Sera (G. Piacentini) – Sono ore di riflessione in casa giallorossa. La sconfitta contro il Napoli ha allontanato parecchio la Roma dal quarto posto, che vuol dire qualificazione alla prossima Champions League. La conferma di Paulo Fonseca è al centro di un dibattito interno alla dirigenza.
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Il rimpallo di responsabilità tra lui e la squadra sono l’ennesimo indizio di un rapporto che non è mai decollato del tutto. D’altronde Dan e Ryan Friedkin non hanno scelto e la scorsa estate, quando si sono insediati a Trigoria non avevano tutti gli elementi per decidere il futuro. Oggi, al contrario, possono prendere una decisione avendolo visto lavorare per un’intera stagione.
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Sotto la supervisione di Tiago Pinto, e con la consulenza di Charles Gould, l’uomo degli algoritmi, la Roma sta sondando una serie di profili papabili per la panchina. Il nome che mette tutti d’accordo e accende la fantasia dei tifosi è Massimiliano Allegri, che domenica sera, in collegamento con Sky, ha detto che a giugno tornerà in panchina, richiamando inevitabilmente l’attenzione non solo della Roma ma anche di altri club.
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Per questo la società giallorossa avrebbe virato con forza su Maurizio Sarri, considerato l’uomo giusto per raccogliere il testimone da Fonseca. L’alternativa italiana è Ivan Juric, il tecnico del Verona che piace anche ad altri club della Serie A. La suggestione straniera è Julian Nagelsmann, trentatreenne allenatore del Lipsia che però è ancora sotto contratto, guadagna tanto ed è già nel mirino del Bayern Monaco.