Il Sole 24 Ore (M. Bellinazzo) – Superato il trauma del cambio dell’allenatore, per l’azienda As Roma è tempo di accelerare nei programmi di crescita, pena una sostanziale stagnazione e soprattutto la necessità per la proprietà Usa di continuare a iniettare capitale. Dal momento dell’acquisto, nell’agosto del 2020, la famiglia Friedkin ha speso per la Roma più di un miliardo. All’altezza del30 giugno 2023, con l’ultimo bilancio consolidato approvato, l’esposizione viaggiava sugli 850 milioni di cui 199 milioni per acquisire il club (più l’accollo di 392 milioni di debiti), 26 milioni per l’Opa e il delisting e 622 milioni per far fronte al fabbisogno finanziario della società giallorossa.
Nella stagione 2023/24, conclusa ancora al sesto posto, era stato già staccato un assegno di 20 milioni. Ma la Roma è appunto un club che brucia cassa e ha bisogno di continue risorse. Nelle prime tre stagioni i Friedkin, complice anche la crisi provocata al sistema calcio dalla pandemia, hanno dovuto far fronte a perdite per oltre mezzo miliardo. Nel bilancio al 30 giugno 2024 si annuncia una ulteriore perdita che dovrebbe essere più contenuta di quella del 2023. I Friedkin ora pretendono risultati. Se il nuovo allenatore Juric dovrà produrli in campo, riagganciando quel treno Champions fin qui sfuggito, fuori toccherà al ceo, Lina Souloukou, accelerare sulla via di un risanamento che passa inevitabilmente da Pietralata e dal dossier stadio.
Il Consiglio di Stato ha appena respinto i ricorsi dei residenti, rendendo esecutive le decisioni sullo sgombero di alcuni immobili, facilitando la ripresa del scavi. In questi giorni i tecnici delle parti stanno discutendo soprattutto di mobilità, parcheggi e tutela ambientale. L’obiettivo 2027 per giocare nel nuovo impianto appare difficile, ma la società lavora alacremente al progetto definitivo (da presentare entro la fine dell’anno) e al finanziamento dello stesso (dal 700 milioni iniziali si salirà a un investimento che sfiorerà il miliardo).