La Gazzetta Dello Sport (A.Pugliese) – Uno potrebbe arrivare a breve, l’altro la Roma sembra averlo ritrovato proprio ieri, tra la gioia e un po’ di stupore dei duemila tifosi presenti a Pinzolo. Il primo è Amadou Diawara, il centrocampista della Guinea che ha rotto con il Bologna, l’altro è Edin Dzeko, il centravanti bosniaco che ha firmato il primo poker di quella nuova. Una partitella a campo ridotto, una sgambata finita 4-2 con quelle quattro reti che sembrano aver aperto il suo cassetto delle rivincite. Due colpi diversi, ma che potrebbero aumentare e non di poco il potenziale.
FUGA – Diawara ieri non si è presentato al ritiro del Bologna, con i rossoblù che lo hanno aspettato invano alla stazione, per poi prendere il treno per Bolzano (con destinazione Castelrotto) senza di lui. La rottura è evidente ed arriva dopo le polemiche tra il suo agente (Daniele Piraino) e Donadoni. Il telefono di Diawara, tra l’altro, ieri è rimasto spento tutto il giorno. «Non è una situazione piacevole – dice Riccardo Bigon, d.s. del Bologna –. Ci rimette il ragazzo, che non fa la figura del professionista. Spero ci sia la possibilità di ricucire, ma per trovare un punto d’incontro dobbiamo essere in due. L’unica offerta ricevuta è quella del Valencia. Poi ci sono interessamenti di altri club con cui stiamo parlando. Siamo di fronte a una violazione degli adempimenti contrattuali, su questo la società agirà». Diawara interessa alla Roma, pronta ad offrire 13 milioni (compreso il prestito di Sadiq). I giallorossi non hanno orchestrato la forzatura, visto gli ottimi rapporti tra i due club. È evidente, però, che se sarà rottura la Roma sarà lì, pronta ad accogliere a braccia aperte il centrocampista.
ALTRO EDIN – Un abbraccio, intanto, l’ha regalato a Dzeko, che ieri si è reso protagonista di un mini-show. Tutto altra cosa, insomma, rispetto a quello immalinconito dello scorso anno. Ieri ha iniziato mettendo dentro un pallone dietro l’altro. In tutto quattro. Un piccolo show, tra gli applausi della gente e i sorrisi di Spalletti («Totti si è presentato con la testa giusta, ci darà una mano», aveva detto prima). Il primo gol è arrivato facendo scivolare la palla sull’uscita del difensore (Marchizza) e centrando l’incrocio dei pali, il secondo e il terzo beffando Manolas e mettendo il pallone alle spalle di Alisson in diagonale ed a fil di palo, l’ultimo con un piattone chirurgico di sinistro. Un poker pieno di sogni. Quelli di un Dzeko che, di solito, al suo secondo anno in un club non finisce mai.