Rogers: “Razzismo? Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti se vogliamo affrontare questo problema. Tolleranza zero”

Paul Rogers, responsabile dell’area digital e social media della Roma, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del portale britannico Joe per affrontare il tema sul razzismo, soffermandosi anche sul caso del ragazzo daspato a vita dal club giallorosso dopo aver rivolto insulti a sfondo razzista a Juan Jesus. Queste le sue dichiarazioni:

La maggior parte dei tifosi italiani sono stanchi. Non vogliono essere visti come razzisti perché la grandissima maggioranza non è affatto così. Il calcio italiano – inteso come autorità, le società, alcuni giocatori, i tifosi e i media – sono stati molto leggeri sull’argomento razzismo, questo deve cambiare. Non lo intendo in un senso negativo, ma indossare magliette con la scritta ‘No al razzismo’ non sta funzionando. Non è abbastanza, anche se ovviamente è un messaggio che dobbiamo promuovere. Le interviste al ragazzo daspato a vita dalla Roma? Le ho trovate un po’ strane. Hanno quasi permesso al colpevole di normalizzare il razzismo, di dipingersi come una vittima a sua volta. Per me è incredibile che un quotidiano nazionale in Italia dia spazio a qualcuno che è razzista. Non possiamo farcela da soli. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti se vogliamo affrontare questo problema, media inclusi. Non pretendiamo di essere esperti sul tema. Siamo aperti ad imparare di più su come affrontare il problema, sia parlando con i calciatori sia con altri club in Italia e all’estero. Ci stiamo anche mettendo al tavolo con alcune organizzazioni che si occupano esclusivamente di affrontare tutte le forme di discriminazione nel calcio. Non è semplice. Se risolvere il problema del razzismo nel calcio fosse semplice, la situazione si sarebbe risolta molto tempo fa. È importante lavorare insieme. Il nostro messaggio deve essere chiaro adesso: tolleranza zero“.

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