La Gazzetta dello Sport (A.Schianchi) – L’ aggressività e il coraggio contro la lentezza e l’indecisione. Quattro parole che sintetizzano la sfida dell’Olimpico: il Napoli battagliero, propositivo, vivace, sempre pronto a rubare campo e idee agli avversari; la Roma troppo compassata, macchinosa nell’avvio della manovra, persino prevedibile. Due gli uomini simboli che rappresentano questi atteggiamenti tattici: Marko Rog da una parte e Daniele De Rossi dall’altra. Il giovane croato, schierato da Sarri come mezzala destra nel ruolo di solito occupato da Zielinski, si fa apprezzare per il continuo e asfissiante pressing sui centrocampisti giallorossi, per la gestione del pallone in fase di possesso, per i dialoghi prolungati che riesce a costruire con Callejon, con Jorginho e con Hysaj. Al contrario, De Rossi è stranamente impacciato nel momento in cui riceve il pallone dai difensori e deve smistarlo in avanti, raramente si fa trovato smarcato e mai riesce a opporsi efficacemente alle tambureggianti offensive del Napoli. A tratti i ragazzi di Sarri, specialmente nella prima ora di gioco, sembrano sgommare a tutta velocità di fronte agli attoniti romanisti che, evidentemente, non hanno le energie fisiche per contrastarli e sono anche mal posizionati sul campo. La sfida si decide tutta lì, in mezzo, dove il Napoli dimostra una netta superiorità tecnica e atletica. L’azione del secondo gol di Mertens racconta il modo di interpretare la partita: i giocatori di Sarri aggrediscono, rubano il pallone proprio mentre la Roma cerca di ripartire, poi Insigne pesca il belga e tutto diventa facile.
MERITO – Si dirà: la squadra di Spalletti, nel finale, ha sfiorato il pareggio e se lo avesse raggiunto non si sarebbe g r idato allo scandalo. Verissimo, tuttavia sul piano del gioco, dell’organizzazione tattica e della disposizione sul campo il Napoli è parso superiore. Rog, che non fa certo parte dei senatori della squadra di Sarri, ha dimostrato di avere bene appreso la lezione dell’allenatore e si è calato nella parte con personalità e senza particolari problemi. Sono stati 57 i palloni toccati, una discreta quantità che certifica come il croato si sia perfettamente integrato negli schemi e come i compagni non lo abbiano snobbato. Altro dato che spiega il giudizio positivo su Rog riguarda i palloni recuperati: 8. Ai quali si devono aggiungere i 2 intercettati e i 2 contrasti vinti. Un contributo da vero mediano, quello del croato: sempre disponibile a dare una mano in fase di ripiegamento e sempre lucido quando si tratta di far scivolare l’azione verso l’area nemica. Su 8 passaggi nella metà campo avversaria, Rog ne azzecca 4: si può migliorare, anche se bisogna tenere conto del fatto che in quella zona, di solito, gli spazi sono ridotti. Bravo, invece, in fase di disimpegno quando viene chiamato in causa 4 volte e fallisce un solo tocco.
VECCHIA REGOLA – Un’ulteriore prova della superiorità del Napoli si ha osservando l’atteggiamento dei giocatori di Sarri negli uno contro uno: vincono il 91 per cento dei contrasti (la Roma si ferma al 69 per cento) e ciò significa che, soprattutto in mezzo al campo, hanno maggiore determinazione e maggiore grinta. Se arriva per primo sul pallone, è una vecchia e sempre valida regola del calcio, hai più possibilità di controllare la partita e, dunque, di vincerla.