La Gazzetta dello Sport (G. Spigno) – Da “Giustizia in goal”, la presentazione del nuovo codice di giustizia sportiva Figc scritto dall’avvocato Giancarlo Viglione, che si è tenuta ieri allo stadio San Siro, sono venute fuori tante cose. In primis a livello arbitrale, perché era presente Gianluca Rocchi – ex fischietto, oggi designatore della Can di Serie A e B – che ha confermato la scarsa soddisfazione per gli episodi dubbi che si sono verificati nell’ultimo turno di Serie A. “Soddisfatto? No – ha detto Rocchi -, ma il lavoro è sulla strada giusta”.
È evidente che il designatore si riferisse al ritorno dei “rigorini” assegnati in campionato e al mancato fischio in occasione dell’ormai noto “step on foot” di Kyryakopoulos ai danni di Baldanzi in Monza-Roma. Soprattutto per quanto riguarda l’ultimo caso, considerando che qualche settimana fa proprio Rocchi aveva affermato che “Lo step on foot è codificato come rigore sempre, non è necessaria la volontarietà”.
La vera novità, al di là di commenti su episodi arbitrali che come ogni settimana si ripetono, è che – almeno a quanto sembra – Rocchi e la classe arbitrale stiano realmente valutando la possibilità di introdurre il Var a chiamata, il cosiddetto “Challenge“. “Sono proposte – ha risposto Rocchi -, ci sono delle discussioni in corso quindi non posso nemmeno dire molto”. Un’altra proposta che rientrava tra le novità lanciate da Gravina riguardava il tempo effettivo: fermare il cronometro ad ogni interruzione. Una misura, a differenza del “Challenge“, per cui Rocchi è apparso più scettico. “Il calcio verrebbe stravolto. Ma tutti giocherebbero gli stessi minuti…”.