Rizzitelli: “Abraham sfiduciato, in campo non sembra più lui. Ora dovrà rialzarsi da solo”

Corriere della Sera (E. Zotti) – Un avvio di stagione complicato, reso ancor più amaro dalla mancata convocazione al Mondiale. Anche nell’amichevole pareggiata con il Nagoya Grampus, Abraham ha mostrato tutte le difficoltà che lo hanno frenato finora.

La cosa che mi preoccupa di più sono le sue movenze in campo. Tammy sta perdendo fiducia nei propri mezzi spiega Ruggiero Rizzitelli, 55 anni, attaccante della Roma dal 1988 al 1994. “L’inglese è in difficoltà, probabilmente aveva già la testa già al Mondiale – spiega Rizzitelli – e adesso che si ritrova fuori dalla Nazionale le cose non sono semplici. Deve darsi da fare per riconquistare la fiducia di Mourinho, dei tifosi ma soprattutto far crescere la sua autostima. Nelle ultima partita l’ho visto davvero sfiduciato, non è più lui. Può anche capitare di sbagliare, quello che mi preoccupa davvero è l’atteggiamento che sta mostrando in campo. Mi sembra quasi che sia il primo a non credere più in sé stesso. Spero che la pausa possa fargli bene, anche perché lui è l’unico che può tirarsi fuori da questa situazione”.

L’arrivo di Dybala e Belotti può aver influito sul suo rendimento?

Se fosse così sarebbe ancora più grave. Vorrebbe dire non avere il carattere adatto per stare in una grande squadra. Temo che in questi primi mesi si sia risparmiato dopo essersi convinto che sarebbe andato al Mondiale. Vorrei davvero di vederlo in campo con un’altra testa da gennaio in poi.

Da ex attaccante, come si supera un momento del genere?

Tutto dipende dall’autostima. La fiducia da parte del pubblico non è mai mancata, la stessa cosa vale per Mourinho che lo ha sempre fatto giocare. Adesso è tutto nelle sue mani, può ritrovarsi soltanto liberando la mente e ricominciando a fare gol. Deve rialzarsi da solo. Non credo sia diventato scarso da un giorno all’altro, durante il primo anno in Italia era riuscito a realizzare 27 gol. Sono numeri da grande attaccante.

Anche Belotti e Zaniolo stanno faticando.

Tutto l’attacco giallorosso sta attraversando un periodo complicato. Se la Roma occupa il settimo posto in classifica è soprattutto perché stanno mancando i gol. Non si può pensare di competere per un posto in Champions League senza l’apporto dei bomber. La stessa accade al Mondiale in Qatar, dove Argentina e Germania hanno perso la gara d’esordio proprio perché sono mancati gli attaccanti. In questo momento a Trigoria c’è poca gente che vede la porta, è un fattore che pesa inevitabilmente sul rendimento dell’ultimo periodo.

A gennaio arriverà il norvegese Solbakken a rinforzare l’attacco.

Lo abbiamo visto l’anno scorso solamente in tre partite. Contro la Roma aveva giocato bene, ma adesso non si può caricarlo di responsabilità. Mi sembra un buon giocatore, forte fisicamente e con una bella gamba, ma da qui a pretendere che arrivi per risolvere ogni problema ce ne passa. Se ci aspettiamo questo, abbiamo capito davvero poco. I problemi della Roma devono risolverli prima Belotti, Abraham, Zaniolo e Pellegrini. Poi ovviamente Solbakken potrà dare una mano, ma diamogli tempo.

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