Ritrovarsi all’Olimpico tra Spalletti e Totti, fischi e vecchi rancori

La Repubblica (S.Scacchi) – Per una sera l’antagonista principale di un allenatore non sarà in campo con la maglia avversaria oppure seduto sull’altra panchina. Il copione dell’anticipo di questa sera all’Olimpico tra Roma e Inter sarà diverso perché difficilmente potrebbe esserci qualcosa di normale di fronte a questo curiosissimo incrocio dei destini di Luciano Spalletti e Francesco Totti, tre mesi dopo l’addio del capitano di fronte a uno stadio diventato immenso anfiteatro, come solo a Roma poteva succedere. È la prima volta che Spalletti e Totti tornano all’Olimpico da allora e curiosamente lo fanno insieme. L’allenatore toscano da timoniere di un’altra squadra, l’ex numero 10 al debutto da dirigente in casa dopo la prima a Bergamo. In mezzo le incomprensioni degli ultimi mesi tornate d’attualità dopo la frase di Totti giovedì a Montecarlo: «Saluterò Spalletti per rispetto, ma abbracciarlo è una parola grossa». Meno spigoloso il tecnico: «Se incontro Francesco sarò contento di abbracciarlo perché non ci sono conti in sospeso. Ho detto tutto quello che avevo da dirgli, spero anche per lui sia lo stesso. Ho il mio amore da distribuire e per Francesco ne ho un bel pezzo. Sarà un piacere vederlo, lui può pensare quello che vuole. Ora sarei contento di vedere fare a Francesco quello gli fa più piacere». Riferimento al ruolo dirigenziale di Totti, ancora da definire nei dettagli: deciderà lui, lavorando a fianco del ds Monchi. Ma aleggia anche il passato più o meno recente: «Francesco ha fatto partite splendide da “falso nueve”. Ma adesso ho un “vero nueve” che mi riempie tutti gli spazi di pensiero».

Adesso è il momento di Maurito Icardi. Ma in questa osservazione a sfondo tattico è possibile rintracciare la convinzione di Spalletti di aver aiutato la carriera di Totti modellando il gioco della Roma sulle caratteristiche del suo fuoriclasse. L’ex capitano difficilmente la penserà mai così, anzi in cuor suo sospetta che la sua avventura in campo avrebbe potuto durare ancora. Questa sera, in qualche modo, questo grumo di incomprensioni si scioglierà di fronte ai tifosi giallorossi, che promettono di fischiarlo in 46mila: «Possono accogliermi come vogliono», si prepara Spalletti che teme la forza della “suaRoma: «Se non andiamo a giocare questa partita da squadra forte, saremo travolti. È bene saperlo». Concetto spiegato nei minimi particolari ai giocatori nerazzurri alla Pinetina. Meno romanzesco il duello tra Inter e Roma per Schick. Il club nerazzurro sembra aver rinunciato a inseguire i rilanci dei giallorossi, vicini a quota 40 milioni. Corso Vittorio Emanuele attende di capire se l’attaccante ceco troverà un accordo con Monchi o resterà ancorato alla voglia di Inter. Solo in quel caso la partita può riaprirsi. Ma su di lui è tornata la Juve, che ha visto l’agente e sta per superare tutti sul traguardo, prenotandolo per il 2018. Per una sera, però, i riflettori saranno accesi sulla tribuna e su una panchina, su Francesco e Luciano. E sul pubblico dell’Olimpico. Proprio come il 28 maggio scorso, tre mesi fa, nel pomeriggio di un addio che tanti a Roma faticano ancora ad accettare.

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