Corriere della Sera (G.Piacentini) – Magari, nel vedere la scena, si sarà fatto una risata amara anche Luciano Spalletti, fresco allenatore (e già innamorato) dell’Inter. Lui che per diciotto mesi ha richiesto maggiore cattiveria al suo centravanti, Edin Dzeko, e al suo difensore centrale più utilizzato, Kostas Manolas, e non sempre è stato accontentato. Sicuramente le immagini dei due giallorossi che venerdì sera al termine della gara tra la Bosnia e la Grecia, valida per le qualificazioni al campionato del mondo del 2018, si sono prima insultati (Manolas) e poi messi le mani al collo (Dzeko), non hanno fatto troppo piacere a Trigoria, dove si sono affrettati a liquidare la vicenda come una «questione di campo». Fatto sta che le due squadre se l’erano promesse già dalla gara di andata, in cui un nervosissimo Dzeko fu espulso per un fallo di reazione, in un clima avvelenato da un vergognoso striscione esposto dai tifosi greci che inneggiava al massacro di Srebrenica. «Sembrava una guerra – è stato il commento a fine match di Manolas -, certe cose andrebbero risolte nei tribunali mentre noi dobbiamo pensare solamente al pallone. È stata una vergogna che abbiano mancato di rispetto al nostro inno nazionale, non dovrebbe essere così». Per il momento non risultano chiarimenti tra i due, non esattamente due amiconi in giallorosso, che si ritroveranno tra circa un mese alla ripresa della stagione, quando (si spera) l’episodio sarà dimenticato.
Una presenza certa, quella del centravanti bosniaco, che prima di lasciare la Capitale ha parlato con i dirigenti ribadendo la sua volontà di rimanere in giallorosso. Dopo una stagione da record, la migliore della sua carriera con 39 reti messe segno tra campionato e coppe, Dzeko è diventato oggetto delle attenzioni di alcuni club, in Italia (Milan) e all’estero (Premier), ma la sua volontà è stata chiara. Così come quella di Manolas, per cui nei prossimi giorni dovrebbe essere annunciato il rinnovo (con aumento dello stipendio) del contratto. Chi non è sicuro di rimanere a Trigoria anche il prossimo anno è Toni Ruediger, che ieri ha scherzato sulla lite tra i due compagni. «Chi avrà vinto?», il commento postato sui social sotto ad una foto che ritrae il bosniaco e il greco mentre «discutono animatamente». Il difensore tedesco è uno di quei calciatori che Spalletti e Sabatini porterebbero molto volentieri a Milano: l’Inter offre però circa 20 milioni di euro, più o meno la metà rispetto a quello che chiede la Roma, che non ha alcuna intenzione di aiutare ex tecnico ed ex d.s. Un atteggiamento intransigente, favorito anche dalla qualificazione diretta alla Champions che ha portato denaro fresco in cassa. La stessa cosa sta accadendo con il Liverpool, che pensava di portare via Salah con un’offerta di poco superiore ai 30 milioni, mentre a Trigoria hanno valutato in oltre 40 il valore dell’egiziano. Per il mercato in entrata, invece, bisognerà aspettare l’ufficialità di Di Francesco (da martedì ogni giorno sarà buono), che naturalmente ha già dato il suo okay per il ritorno di Lorenzo Pellegrini.