La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Se la politica è l’arte del possibile, il calcio investe troppo i sentimenti per immaginare scenari infinitamente lontani dai punto di partenza. E allora eccoli: 1) Totti ha 39 anni ma vuole continuare a giocare. 2) Pallotta gli ha concesso carta bianca sul continuare o meno 3) Totti ha già un contratto firmato come dirigente per 6 anni. 4) Il presidente vuole proseguire il rapporto con Spalletti. Dati questi punti fermi, la situazione ora è complicata, visto che il rapporto fra Totti e l’allenatore è arrivato ai minimi. Una vera presa di posizione del presidente a questo punto appare indispensabile. Pallotta probabilmente è il dirigente della Roma con cui Totti ha il rapporto migliore e tutti hanno sempre pensato che – anche per ragioni di marketing – avrebbe gradito il rinnovo.
UNO DI TROPPO – E allora gli scenari possibili sono diversi. Il primo è che il presidente, giudicando le parole di Totti fuori luogo, a marzo comunichi la decisione di non rinnovargli il contratto ma di volerlo in ogni caso tra i dirigenti. Certo, questo andrebbe contro il punto 2, ma garantirebbe al nuovo dirigente un futuro certo (punto 3), a meno che la frattura non diventi così dura da far sbattere a Totti la porta, per lavorare magari a Roma 2024. Pallotta ora è vicino a Spalletti, ma se nel faccia a faccia con Totti, previsto ai primi di marzo, si ricreasse il feeling, questo metterebbe a rischio il punto 4. Da Trigoria, infatti, filtra chiaro come – se non avesse il controllo dello spogliatoio – Spalletti potrebbe dimettersi.