La Gazzetta dello Sport (A. D’Urso) – Ci sono notti che vengono perfette, come se il copione fosse scritto da tempo e al protagonista in campo non restasse altro che interpretarlo al meglio. In fondo al tunnel della sofferenza, Chris Smalling ha rivisto una luce fortissima contro il Torino. Voluto a tutti i costi in campo da Daniele De Rossi, si è ripreso la Roma mostrando i muscoli, in coda ad un lungo calvario di infortuni e perfino illazioni sul suo conto. Con quella sicurezza che solo i big hanno, malgrado il lungo stop, l’inglese costituisce ora una certezza in più per la volata Champions. E con lui DDR può dare il via alla seconda fase della sua multistrategia tattica: ovvero il consolidamento di quella difesa a tre che può dischiudere nuovi orizzonti per l’attacco giallorosso.
Per lui Daniele De Rossi ha cambiato di nuovo modulo alla squadra, tornando appunto alla difesa a tre abbandonando (momentaneamente) la linea a quattro. Uno schema che consente alla squadra di avere un uomo in più sulle fasce, in modo da favorire le sovrapposizioni degli esterni: a guadagnarci, ovviamente, il centravanti Lukaku e i trequartisti, Dybala e El Shaarawy, pronti ad attaccare gli spazi. Un ritorno importantissimo, quello dell’inglese, funzionale proprio alla concezione di calcio moderno del tecnico, che ormai coinvolge tutti.
E proprio con il ritorno in pianta stabile di Smalling, dal centrocampo in su tutto è possibile. Dal 3-5-2 al 3-4-2-1, che De Rossi ha schierato contro il Torino, sarà una Roma duttile e coraggiosa, capace di sparigliare le carte agli avversari nei sedici metri.