E adesso? Due le possibilità. La prima: aspettare l’incontro tra Berlusconi e Allegri (se ci sarà davvero…) e quindi trattenere il fiato per qualche altro giorno e magari ritrovarsi davvero con il cerino in mano e con una contestazione bis, la prima è annunciata per domani a Trigoria. La seconda: correre ai ripari e presentarsi quanto prima con un’alternativa, valida, credibile, che faccia contenta (per quanto sia possibile dopo i disastri di questi due anni) la piazza giallorossa. Il borsino dice che la prima ipotesi è poco probabile: a Trigoria pensano che il riavvicinamento tra il Milan e Allegri (o viceversa) sia definitivo e le possibilità che l’allenatore livornese, nonostante l’accordo, scelga la Roma sono davvero minime. Quindi meglio dare la caccia a qualcuno che in passato è stato già pre-allertato.
IL TULIPANO – Il nome che più di altri piace a Trigoria, sarà per quel calcio utopistico che affascina molti dirigenti della Roma, è quello di Frank Rijkaard, reduce dalla esperienza poco positiva in Arabia Saudita, alla guida della Nazionale. L’olandese è stato esonerato a gennaio dopo l’eliminazione dalla Coppa del Golfo. Utopia Rijkaard, dicevamo, ma fino a un certo punto, perché il tecnico a Barcellona ha vinto e ben ha fatto come ct dell’Olanda. I dubbi su Frank sono legati ai suoi sistemi di allenamento, molto olandesi e poco italiani. L’altro nome sempre buono, ormai da due anni, è quello di Rudi Garcia, tecnico del Lille. Che piace a Sabatini. Calcio spumeggiante, persona molto seria. Questo, all’ennesima potenza, vale per Marcelo Bielsa, che sarebbe per tanti la persona giusta per rilanciare la Roma. El Loco sta facendo molto bene a Bilbao e già lo scorso anno ha detto no alla Roma. Che ora ci riprova. O meglio: è costretta a farlo.
PISTE ITALIANE – L’idea è quella di andare su un allenatore straniero, quindi poco condizionato dall’ambiente. Ma a Trigoria non escludono soluzioni alternative, anche italiane. I nomi che circolano sono quelli di bravi tecnici, ma senza quell’appeal di cui la piazza ha bisogno. Roberto Donadoni, è uno. A lui, ora, si sta chiudendo la strada verso il Milan, magari può aprirsi quella della Roma; Stefano Pioli, è il nome di Sabatini, tecnico che già era stato contattato due anni fa. In questo momento però non è facile prendere nemmeno lui, già promessosi al Bologna siglando un rinnovo del contratto. Terzo nome italiano: Stefano Colantuono, che all’Atalanta non sbaglia una stagione.
IL COLPO A SORPRESA – Infine, il nome che metterebbe d’accordo tutti, dirigenti, giocatori, tifosi: Luciano Spalletti, che allo Zenit viaggia su uno stipendio di circa sei milioni di euro. La Roma non può offrirgli quelle cifre, semmai si fermerebbe a quanto offerto ad Allegri. Spalletti è stato già contattato, lui in questo momento è un po’ titubante, perché è legatissimo al presidente dello Zenit e a Pietroburgo. Ma Roma è sempre la Roma e quell’addio di quattro anni fa non è andato già a nessuno. C’è sempre, infine, l’ipotesi di scorta, legata a Christian Panucci. Idea di Baldini che vede in lui le qualità giuste per gestire un gruppo come quello della Roma.
Il Messaggero – A.Angeloni