Pagine Romaniste (L. Meriggioli) – John Fitzgerald Kennedy, il 35º presidente degli Stati Uniti affermava: “Cambiare è la regola della vita. E quelli che guardano solo al passato o al presente, certamente perderanno il futuro“, e il futuro della Roma porta il nome di Daniele De Rossi. Nell’anno zero del nuovo ciclo triennale giallorosso, con il nuovo direttore Florent Ghisolfi, e tantissimi giocatori in uscita, la certezza del popolo giallorosso è DDR: sogni, paure e timori sono riposti in lui, quel ragazzo biondo ormai diventato uomo che nel lontano 25 gennaio 2003 esordì in maglia giallorossa contro il Como.
All’epoca né lui né i tifosi giallorossi sapevano che sarebbe stato l’inizio di una grandissima storia d’amore, e che poi quella famosa vena, protagonista per eccellenza di questo racconto, si sarebbe spostata da dentro al campo alla panchina pochi metri più dietro.
L’anno zero della nuova Roma
Il primo grande cambiamento che ha poi fatto scaturire un effetto farfalla porta una data e un nome: il 16 gennaio la Roma decide di esonerare José Mourinho. Dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Lazio e la sconfitta in quel di Milano la città si divide sull’esonero: sgomento, rabbia e lacrime da una parte, gioia, felicità e tripudio dall’altra. Senza sindacare quale parte della medaglia sia quella “giusta” – se poi “giusta” possa essere – una cosa è certa, l’amore per questo club, che col cambiare di giocatori, e anche i presidenti mai cambierà. Amore che mai nessuno più di Totti e De Rossi ha donato a questa squadra. E allora non esistono più medaglie, schieramenti e fazioni, la scelta, se mai ci fosse stata sembra chiara: con Daniele, per la Roma.
Gli interminabili sold out non cessano, ma anzi, con l’apertura della vendita degli abbonamenti si registra un +20% di prelazioni rispetto all’anno scorso, senza nuovi acquisti presentati, riscatti o conferme degli uomini più amati, Dybala per esempio. È tutto racchiuso nella frase scelta dalla società per il lancio della campagna abbonamenti: “Nun se pò spiegà”.
La nuova Roma che verrà
I cambiamenti comunque spaventano e lasciano spazio a dubbi e perplessità, la Roma con i contratti non rinnovati ha già salutato il 30 giugno Rui Patricio, Spinazzola e Llorente. L’addio che ha lasciato meno strascichi è stato quello di Rui Patricio, già retrocesso nelle gerarchie della porta giallorossa. La Roma dovrà sì andare a rimpiazzare il portoghese, ma il titolare c’è, ne sono tutti molto soddisfatti, e il riferimento riguarda ovviamente Mile Svilar, emblema della nuova Roma targata DDR e tra i migliori giocatori della stagione. Oltre ai vari rinforzi che devono arrivare per fare il salto di qualità e tentare di riconquistare l’ambito posto Champions, i giallorossi dovranno concentrare le loro forze anche alla ricerca del centravanti, visto il ritorno di Lukaku al Chelsea.
Negli ultimi giorni la domanda che più circola tra i supporter della Roma è “Chiesa potrebbe veramente arrivare?”. I Friedkin da quando sono nella Capitale hanno regalato un colpo all’anno che ha fatto impazzire di gioia i tifosi: il primo Mourinho, il secondo Dybala, e lo scorso anno Lukaku. Basti pensare che il monitoraggio del volo dell’attaccante belga direzione Roma è stato il più ricercato di sempre sull’applicazione Flight Radar. Alla domanda se Chiesa possa veramente diventare un nuovo giocatore della Roma non c’è risposta. Ma una cosa è certa, con il condottiero De Rossi al timone tutti sono fiduciosi e speranzosi per il futuro della Roma, certi che nessuno più di lui potrebbe impegnarsi nel riportare il club dove merita, insomma, a risvegliare il “Gigante dormiente” per citare i presidenti Friedkin.