Il Messaggero (S. Carina) – “Bentornato a casa amico mio. Questo numero ‘te queda pintado’”. Tradotto: questo numero sembra dipinto su di te. Miglior ritorno, Leandro Paredes, non poteva riceverlo. Perché non solo la Roma ha creduto in lui quando l’argentino sembrava ormai destinato ad un calcio periferico (Turchia).

Ma nel riabbracciare Trigoria, c’è stato anche il via libera per indossare la maglia numero 16, quella che è stata per 18 anni di un certo De Rossi: “Ho scelto la 16 ma prima ho chiesto a Daniele se fosse d’accordo”. Nemmeno a dubitarlo. I due sono amici, è a Leandro che De Rossi deve la possibilità di aver perfezionato la passione per il Boca Juniors che cullava da ragazzo, tanto da finire la carriera proprio alla Bombonera.

Un percorso opposto quello di Paredes che al Boca è nato prima di trasferirsi in Europa. Proprio alla Roma, quando venne parcheggiato al Chievo perché l’ex ds Sabatini aveva finito gli slot degli extracomunitari. Tredici partite con la Roma di Garcia prima di essere girato in prestito all’Empoli dove Giampaolo gli cambia la carriera. Sino a quel momento Leandro, che al Boca giostrava addirittura da trequartista, veniva considerato una mezzala: il tecnico lo trasforma in regista.

Ora torna a Roma. Con grande entusiasmo e le idee chiare: “Sono convinto che si possa vincere. Mourinho mi ha detto di mettermi subito a disposizione perché tra pochi giorni inizia il campionato. Dybala? Da quando ha saputo che la Roma mi voleva, mi ha chiamato tutti i giorni”. Con l’arrivo di Paredes e Renato SanchesMourinho ha sei giocatori per tre posti e può alternarli a seconda delle necessità. Cristante Paredes saranno la coppia di mediani, mentre il quartetto Pellegrini-Aouar-Bove-Renato Sanches, aumenterà le opzioni tra gli interni. A proposito del portoghese, se giocherà il 55% delle presenze l’obbligo di riscatto è fissato a 11 milioni. Se gioca più del 75% delle presenze l’obbligo sale a 14. Lui è già contento così: “Sono felice della fiducia. Ogni giocatore vorrebbe essere allenato da Mourinho”.