Corriere dello Sport (R. Maida) – Showdown. Dopo due mesi di silenzio, José Mourinho entra in sala stampa e racconta tanto. Anche senza dire tutto. Per prima cosa ringrazia la federazione portoghese, a cui ha detto no prima di Capodanno: “Il presidente mi ha svelato delle cose bellissime. Mi ha spiegato che io non ero la prima scelta per il ruolo di commissario tecnico, ero l’unica scelta. Ma sono ancora qua e quindi grazie Portogallo“.
È ancora felice alla Roma? “Non importa a nessuno se io sia felice o meno. Non importa ai tifosi al club, al presidente. La cosa sicura è darò sempre il massimo nel mio lavoro”. Frasi sibilline ma chiaramente nel senso.
Non scoppia di felicità José Mourinho, che tiene aperta la porta sul futuro. Si evince dalle smorfie, si legge nei suoi occhi. “Ma se non ho mai parlato finora – chiarisce – è solo perché ero squalificato per le partite di campionato“. Ora non lo è più ma preferisce rispondere non rispondendo a Tiago Pinto che considera la squadra pronta per la Champions: “Il direttore è il direttore. Io sono l’allenatore e non devo commentare le sue parole. Se io sia d’accordo o meno, non lo dirò pubblicamente”.
Ma Mourinho ne ha anche per Candela, che non nomina esplicitamente ma bastona senza pietà: “Io ho una storia piccola nella Roma. Qualcuno un po’ di più. Mi spiace che questo qualcuno, stipendiato dal club, dica certe cose contro un mio giocatore: poi la gente ascolta… E mi spiace che il club non abbia forza di andare dritto sul contratto...”.
Candela, testimonial della Roma, aveva criticato il rendimento di Nicolò Zaniolo in uno studio televisivo. Mourinho ne chiede esplicitamente l’allontanamento: “Allo stadio ho sentito dei fischi a Zaniolo e questo non è bello. Chiedo ai nostri tifosi di non farlo più, perché Nicolò è uno che dà sempre il massimo. Fischiate la squadra, fischiate l’allenatore, non il singolo. Non è giusto“.