In vecchie lire fa più effetto: circa 160 miliardi, 80 milioni di euro. È il massimo della cifra che l’Assemblea degli azionisti dell’As Roma potrà decidere di stanziare il 30 gennaio, quando all’ordine del giorno ci sarà appunto, per la parte straordinaria, una ricapitalizzazione storica. Ottanta milioni. Al massimo.
Sono risorse indispensabili per la società. Irrobustiranno il capitale sociale. Come si legge anche nella relazione illustrativa degli amministratori, permetteranno infatti di “garantire la continuità aziendale” e “di sostenere finanziariamente i piani di sviluppo per i prossimi tre esercizi sociali“. Risorse indispensabili, dicevamo. (…) Innanzitutto per rivitalizzare un bilancio che al 30 giugno 2011 ha chiuso con un risultato netto negativo per oltre 30 milioni di euro (30 milioni 778 mila euro, per la precisione). Con il denaro della ricapitalizzazione sarà quindi possibile poter effettuare sia le spese relative alla gestione ordinaria – esempio, il pagamento degli stipendi – sia quelle relative alla gestione straordinaria, come le operazioni di mercato in entrata. C’è chi ha messo in relazione il rinnovo di De Rossi all’Assemblea degli azionisti. Le cose non stanno proprio così. Il contratto di Daniele non dipende dall’esito della ricapitalizzazione, anche se – è ovvio – qualora per assurdo non si procedesse alla ricapitalizzazione, mancherebbero le possibilità economiche per procedere al rinnovo. Ma a quel punto, anche per la stessa continuità aziendale. E quindi per la sopravvivenza del club.
La ricapitalizzazione è all’ordine del giorno per la parte straordinaria. Per quella ordinaria ci sono invece la nomina di Mark Pannes e Brian Klein come consiglieri di amministrazione al posto dei dimissionari Michael Ruane e Richard D’Amore, più la nomina di Sergio Lamonica quale nuovo membro del Collegio Sindacale.
Il Romanista