Il Messaggero (S. Carina, F. Rossi) – Le nuove frontiere calcistiche di Riad portano verso Italia e Inghilterra. Anche se la cautela è d’obbligo, quando si tratta di colossi economici del genere che entrano in un mondo fino a pochi mesi fa ancora non del tutto esplorato, più di qualcosa si sta muovendo.
In Italia i club che sono finiti nel mirino del Fondo d’investimento sovrano del paese arabo, attraverso la compagnia aerea Riyadh Air, sono la Roma e la Juventus. Mossa che chiaramente riporta alla sfida su Expo, dove la Capitale è in corsa proprio contro Riad (e Busan).
I primi colloqui sono iniziati con la società bianconera già nella passata stagione. Quelli con il club giallorosso sono più recenti, nati dall’idea del nuovo Chief Commercial and Brand Officier del club, Michael Wendell, di indirizzarsi – per rimpiazzare la sponsorship della Digitalbits – sul mercato delle compagnie aree.
Così dopo le interlocuzioni avvenute sia con Turkish Airlines che con American Airlines, il nuovo orizzonte della Roma è quello della Riyadh Air, che si appresta a breve a stravolgere le dinamiche delle rotte aeree.
Vien da sé che il veicolo calcistico faccia gola agli arabi, che hanno capito con grande velocità il ritorno pubblicitario che può portare un pallone che rotola. La notizia c’è e trova conferma anche nel mondo giallorosso: la Roma è in contatto/trattativa con la Riyadh Air.
I contatti, in attesa di diventare qualcosa di più, prendono un po’ di sorpresa il mondo politico e amministrativo romano. Non certo per la possibile sponsorizzazione del club giallorosso – che porterebbe nuove risorse per la squadra – quanto per la tempistica. La capitale saudita è la principale rivale della Città eterna – e, per molti, la candidata da battere – nella corsa per l’assegnazione dell’edizione 2030 dell’Expo.
La sfida – che vede come terzo incomodo Busan, grande città portuale coreana – è arrivata sul rettilineo finale: il 28 novembre, a Parigi, è atteso il verdetto definitivo. Le istituzioni locali, almeno ufficialmente, restano alla finestra: “Non possiamo entrare nelle scelte di una società privata”, trapela dal Campidoglio e dagli altri Palazzi romani.