“Io non ho paura“. Fabio Simplicio sembra quasi smentire il proprio direttore sportivo quando, dal Campidoglio, smonta in una parola l’ansia da derby di Sabatini, che aveva confidato di avere “moderata paura” della sfida. Il centrocampista brasiliano, invece, è anche pronto a candidarsi: “Nelle tre volte in cui ho giocato contro la Lazio sono sempre stato importante per la squadra“. Un gol e due rigori procurati, nelle stracittadine della scorsa stagione, soprattutto 3 vittorie su 3. Non abbastanza per convincere Luis Enrique a regalargli una maglia nella partita d’andata, persa al 93′ con un lampo di Klose. Chissà se avrà imparato la lezione.
SIMPLICIO, L’UOMO DERBY SI CANDIDA – Stavolta, a dire il vero, Simplicio potrebbe davvero scendere in campo dal primo minuto. Anche perché l’assenza dello squalificato Gago costringerà l’allenatore asturiano a ridisegnare il centrocampo. E Simplicio, rimasto fuori dalla lista dei convocati sia contro il Parma che a Bergamo per far posto a un Marquinho lontanissimo dall’essere in forma campionato, è il nome scelto più spesso per sostituire l’argentino arrivato in estate dal Real Madrid. Con Pjanic perfettamente recuperato, con De Rossi che dopo l’esilio in tribuna di Bergamo è tornato a sorridere e guiderà il centrocampo, una maglia sembra inevitabilmente destinata a finire sulle spalle del brasiliano. Che la paura da derby non sa neanche cosa sia: “È una parola che non fa parte del nostro vocabolario, vincerà chi sarà più concentrato. Cosa mi preoccupa dei biancocelesti? Nulla. Siamo sereni e stiamo bene per affrontare questa partita al massimo“. Anche perché vincere potrebbe voler dire riaprire il terzo posto: “Ci proveremo fino all’ultimo, il campionato è strano, ci sono ancora tante partite e può succedere di tutto“. Ma il brasiliano non è l’unico a candidarsi per una maglia.
BOJAN SCALPITA, LUIS CI PENSA – Novanta minuti da spettatore, seppure in panchina, a Bergamo. Prima, soltanto 116 minuti in 6 gare, spezzoni o poco più, tutti da subentrato. La vita romana di Bojan non deve somigliare a come l’aveva immaginata in estate, quando per scappare da Barcellona aveva scelto di soddisfare l’attesa di Luis Enrique, che intorno a lui voleva costruire il reparto avanzato della sua prima Roma. L’ultimo match da titolare in campionato nel nubifragio di Catania (gara sospesa), poi in coppa Italia nella disfatta di Torino con la Juve. Poi, per tutto il resto dell’inverno, è rimasto sotterrato da quella neve di cui si è sorpreso così tanto riempiendo twitter e facebook con una collezione di scatti degna di un’esposizione fotografica. Ora che la neve s’è sciolta e che la temperatura torna a scaldarsi, lo spagnolo sembra pronto ad abbandonare social network e playstation per tornare in campo. Luis Enrique ci pensa, lui è segnalato tra i più vivi in allenamento. Chissà che alla fine il guru asturiano che tanto aveva spinto per averlo non scelga di preferirlo a Lamela, a cui tanto piacerebbe festeggiare il compleanno sul campo, dopo averlo anticipato ricevendo in regalo da Messi gli scarpini della tripletta della “Pulga” alla Svizzera. Non saranno la sua taglia, ma chissà quanto vorrebbe indossarli per giocare il suo primo derby romano. Eppure, Luis pensa ad altro: la rivincita di Bojan.
SABATINI: “ULTIMO TRENO PER IL TERZO POSTO” – Una cosa è certa: stavolta anche Luis sa di non poter sbagliare scelta. Anche Sabatini, stamane in Campidoglio per inaugurare l’iniziativa “Roma e Lazio contro razzismo e antisemitismo“, ha voluto ribadire quanto per la Roma di oggi il match sia di importanza cruciale: “Il terzo posto dipenderà dal risultato di questa partita, ma anche se dovesse arrivare una sconfitta, la piazza non ci abbandonerà“. Più una richiesta che una certezza. Anche se fino a oggi “i tifosi hanno dimostrato di essere molto più maturi di noi. È vero, abbiamo una moderata paura, che sta crescendo con l’avvicinarsi della partita. Ma ci servirà per raccogliere e mettere in campo tutte le nostre risorse, energie e qualità“. Il direttore sportivo confida in uno di quei lampi di grande Roma visti in questa stagione: “Siamo una squadra capace di qualsiasi impresa. Stiamo facendo un percorso e arriveremo in fondo, ma non sarà il risultato di una singola partita a cancellare la Roma o a portarla nell’Olimpo“. L’Olimpico, quello sì, l’aspetta.
Repubblica.it – Matteo Pinci