Applausi e commozione. La Roma inaugura il primo campo dedicato a un grande nome del suo passato. Da oggi, a Trigoria, le squadre giovanili a partire dalla Primavera, giocheranno d’ora in avanti sul campo “Agostino Di Bartolomei“: il capitano del secondo scudetto, scomparso tragicamente il 30 maggio del 1994. Un’iniziativa voluta fortemente dalla nuova proprietà, dopo 18 anni di oblio o quasi del nome di un campione indimenticato nella capitale, per cui però le porte della Roma sono rimaste troppo a lungo sbarrate.
BALDINI: “IL CALCIO HA BISOGNO DI EROI COME AGOSTINO” – “Ringrazio i tifosi e la nuova società per essersi ricordata che Ago a Trigoria era di casa“. Così Luca Di Bartolomei, figlio del grande Agostino e presente insieme alla mamma Marisa e al fratello Gianmarco saluta la targa con cui la Roma ha dedicato alla memoria del papà il campo “A” (realizzato in sintetico dalla Mondo) del centro sportivo. Un gesto celebrato tra i cori dei tanti tifosi, circa 300, presenti: “Ago-Agostino gol“, cantano insieme, come a dargli il bentornato. Un’accoglienza sotto il segno della Roma, di ieri di oggi: sulle tribunette del nuovo campo in sintetico oltre ai dirigenti romanisti, da Baldini a Sabatini, da Fenucci a Conti e Tempestilli, anche Totti e De Rossi, a rappresentare la squadra attuale e quella continuità con il passato di Agostino, capitano romano della sua Roma, ma anche i compagni di quello scudetto del 1983, dallo stesso Conti
a Tancredi, e poi anche Chierico, Nela, Maldera, Righetti, Faccini. Insieme a loro, un occhio al domani, con i 51 ragazzi della squadra esordienti giallorossa, presentati con la fascia la braccio, tutti, e con la scritta “10 Ago”. “A volte per ricucire il filo della memoria basta un Ago”, la commovente immagine dipinta con le parole dal figlio Luca. A cui fa eco Baldini: “Come dice il ds Sabatini – ha raccontato Baldini – il calcio ha bisogno di eroi. E chi meglio di Agostino?”.
LA MOGLIE: “PER QUESTO GESTO SERVIVANO PERSONE COME AGO” – Nessuna concessione alla polemica invece da parte del direttore generale, sul perché un gesto del genere non sia stato compiuto anni prima, magari dalla precedente gestione societaria: “Più che il perché non fosse stato fatto prima ci siamo chiesti come farlo. E questo credo possa bastare, la nuova proprietà americana più che proprietaria si sente custode di questa società e della sua tradizione“. Ma la lunga attesa non poteva non aver lasciato qualche ferita nel cuore della moglie di Di Bartolomei, Marisa. A cui il ritorno del nome del marito dentro la Roma provoca un sussulto: “Sono dovute arrivare persone giuste e sensibili, belle e pulite come Agostino perché il nome di mio marito tornasse nella casa della Roma“. Parole a cui fa eco Tancredi, portiere dello scudetto e grande amico di Agostino: “Ringrazio la nuova società perché ha riportato un figlio di Roma a casa. E la famiglia di Agostino per la pazienza che ha avuto di aspettare questo momento”. A chiudere la giornata, tra le note de “La leva calcistica del ’68” dedicata da De Gregori allo stesso Agostino, l’abbraccio di quella gente che lo aveva seguito e amato durante la sua esistenza: “L’immortalità è una méta concessa a pochi. Ci manchi tu, ci manca il ‘tuo’ calcio. Ago vive”. Da oggi, a che a Trigoria.
Repubblica.it – Matteo Pinci