Gazzetta Dello Sport (A.Pugliese) – Ad Empoli giurano che si emozionerà, qualcuno spera anche che possa avere un contraccolpo psicologico. Del resto, quando è andato via lo ha fatto quasi in lacrime, per come si era inserito bene in quell’ambiente. Oggi, però, Leandro Paredes cercherà di non pensarci, di buttarsi alle spalle i ricordi, di non cedere all’emozione. E di fermare per un po’ il cuore, onde evitare brutte ripercussioni. Sempre che Luciano Spalletti lo scelga davvero, ipotesi studiata alla vigilia e molto probabile. Già, perché poi la vera novità della Roma che cerca di non perdere terreno dalla Juventus è proprio questa: Paredes non è più un’alternativa, ma di fatto un altro titolare a tutti gli effetti. Tanto da rischiare di mettere ancora in panchina uno come Kevin Strootman, seppur sulla scelta del tecnico giallorosso incida anche una condizione fisica del centrocampista olandese non certo ottimale.
SMOKING & REGIA – Paredes e Strootman si giocheranno dunque un posto da titolare fino alla fine, anche se l’argentino sembra in vantaggio. Per tutta una serie di motivi: perché oggi sta meglio di Strootman e perché è l’unico regista vero a disposizione di Spalletti, l’uomo a cui si affida la squadra nella costruzione del gioco. Quel ruolo lì, quello di regista, glielo hanno tagliato addosso proprio ad Empoli, quasi come uno smoking da utilizzare per tutte le occasioni di gala. Ci ha pensato la scorsa stagione Giampaolo, che quando ha capito di lasciare Empoli si disperava proprio per l’impossibilità di non avere più Leo con sé, lui che l’ha trasformato da mezzala offensiva in barometro del gioco. Del resto, Paredes ad Empoli aveva legato tantissimo con Tonelli, Croce, Pucciarelli e Mchedlidze, ma in generale si era fatto ben volere da tutti, a cominciare proprio da Martusciello. «Poteva uscire con le ossa rotte dalla sfida di Champions, dove è stato preso come capro espiatorio — ha detto ieri il tecnico dei toscani —. Ma si è ripreso grazie a Spalletti ed ha mostrato personalità. La stessa che, abbinata alla sua qualità, fa di lui un grande giocatore». Del resto, la sua stima Martusciello gliel’aveva espressa anche la scorsa stagione («Sa far cantare il pallone, presto può diventare il regista dell’Argentina»).
MERCATO & CERTEZZE – Paredes quest’anno voleva giocare e per un po’ si è parlato di lui come uno degli uomini mercato della Roma. Montella lo avrebbe voluto fortemente al Milan, Lucescu era pronto a fare carte false per averlo con sé in Russia, allo Zenit San Pietroburgo. E poi l’interessamento della Juventus e dello Schalke 04, tanto per citare altre due squadre che hanno tenuto gli occhi ben aperti sull’argentino. Alla fine la Roma e Spalletti hanno deciso di tenerlo, anche perché a centrocampo i giallorossi sembravano un po’ corti, potendo contare solo su De Rossi, Strootman e Nainggolan (e con Gerson ancora lontano da standard ottimali). Ed invece Paredes, partita dopo partita, ha allungato di fatto quelle rotazioni lì. Ed oggi non è più un’alternativa ai tre, ma uno di loro. E se oggi, al Castellani, giocherà lui e non Strootman, non ci sarà neanche tanto da sorprendersi. Emozione permettendo.