Corriere dello Sport (R.Maida) – Un compleanno magico, trepidante, commovente. La festa corre veloce dall’Olimpico all’altra parte dell’oceano dove James Pallotta ha avuto dalla sua Roma il regalo migliore per i 60 anni. Dopo sette stagioni di aspettative non corrisposte e di discussioni sulle prospettive finanziarie del club, da presidente può godersi il primo accesso al tavolo d’élite del calcio internazionale dove non siedono, tanto per citare due società molto più ricche, il Psg travolto dal Real Madrid due volte su due e il Manchester United, sgambettato ieri sera dal Siviglia, ex squadra di Monchi allenata da un grande ex romanista, cioè Montella.
GIOIA – La felicità di Pallotta resta privata, emotiva, ma viene condivisa con tutto lo staff che ieri il patron ha sentito per telefono subito dopo il fischio finale. Non solo i dirigenti ma anche i collaboratori più fidati che a Trigoria sono un punto di riferimento non solo per lui ma anche per i giocatori e per Di Francesco. Eusebio, già. L’allenatore che per molti era da sostituire almeno un paio di volte e che è riuscito a centrare un obiettivo storico, l’ingresso alla top 8 di Champions League che mancava da 10 anni. Pallotta non lo ha mai discusso, fidandosi del consulente Baldini e anche del ds Monchi, che a loro volta erano disposti a sostenere fino all’ultimo secondo della stagione il tecnico che in Champions non aveva ancora messo piede.
SOLDI – E’ una qualificazione che legittima l’orgoglio di una gestione, che cambia il senso di una stagione non sempre fluida in territorio domestico, ma a tratti davvero esaltante fuori dall’Italia. E che adesso apre scenari inattesi anche sotto il profilo finanziario: la presenza contemporanea della Juventus nei quarti “obbliga” la Roma a dividere la fetta di market pool destinata alle squadre italiane ma offre un incremento dei ricavi che può essere determinante per il raggiungimento dell’equilibrio economico. La vittoria con lo Shakhtar vale circa 10 milioni, che si aggiungeranno ai 48 già contabilizzati. E in prospettiva di una partita (almeno) da giocare all’Olimpico, con una grande affluenza di pubblico, ha generato un circuito virtuoso che farà respirare Monchi nella gestione del budget.
STRATEGIE – Entro il 30 giugno, dopo la cessione di Emerson al Chelsea, potrebbero servire complessivamente una trentina di milioni per rispettare gli accordi con l’Uefa sul fair play finanziario. Ma visto che 10 già sono arrivati a sorpresa per meriti sportivi, forse non sarà indispensabile cedere un grande giocatore. E così un campione del livello di Alisson può avere più certezze sul futuro, al di là delle richieste che arriveranno dopo il Mondiale: presto partiranno le operazioni per il rinnovo del contratto, come annunciato da Monchi. Perché quando hai un portiere che 20 volte su 51 non prende gol, e che all’Olimpico in Champions League ha la o porta ancora chiusa, è meglio tenerselo stretto.