Il Tempo (L. Pes) – Alla fine arriva lui. Claudio Ranieri è pronto a sedersi sulla panchina della Roma per la terza volta nella sua carriera, teoricamente (almeno a livello di club) terminata lo scorso giugno. Ieri pomeriggio il tecnico testaccino è volato a Londra assieme alla moglie e al suo procuratore, dove i Friedkin hanno trascorso le ultime ore. Oggi, salvo clamorosi capovolgimenti di fronte, arriverà la firma sul contratto fino a giugno a circa un milione di euro. E poi chissà. Il casting dei Friedkin non ha portato i frutti sperati, tra contatti con big italiani (Mancini) e sondaggi con allenatori esteri non andati a buon fine (Potter e Terzic quelli valutati), per questo alla fine Dan ha virato sul “traghettatore” per eccellenza che è chiamato a risollevare le sorti della sua Roma. Ci è riuscito meravigliosamente la prima volta, quando subentrò a Spalletti alla terza giornata e sfiorò lo scudetto con una cavalcata meravigliosa.
Andò meno bene, invece, l’ultima volta quando arrivò per concludere il campionato 2018-19 ma non riuscì a centrare la Champions per pochi punti. Settantratré anni e l’ultimo miracolo con la salvezza con il Cagliari lo scorso anno. Ora i Friedkin gli affideranno almeno fino alla fine della stagione la panchina della Roma, dopo il prematuro esonero di De Rossi e la pessima esperienza con Juric hanno fatto riflettere la proprietà che dopo due giorni di silenzio ha rotto gli indugi convocando Sir Claudio nella City britannica. Aveva detto basta alle squadre di club, tenendosi aperta la porta soltanto per le nazionali, ma la chiamata della Roma (con cui ha anche giocato da calciatore negli anni Settanta) non si può rifiutare, l’ha sempre detto lui. Ma il futuro potrebbe riservargli anche altro. Non è escluso, infatti, che nelle discussioni con la proprietà texana possa spuntare anche un ruolo per il futuro nella dirigenza. Sarebbe la figura ideale per fare da tramite tra squadra e società, conoscendo bene l’ambiente e familiarizzando con lo spogliatoio in questi primi mesi.
Ma intanto c è da salvare la stagione, e il compito questa volta per Ranieri è molto meno semplice delle altre due esperienze. Il dodicesimo posto in classifica, uno spogliatoio disunito e un calendario da brividi per iniziare (trasferta a Napoli e a Londra col Tottenham e l’Atalanta all’Olimpico) sono ostacoli non da poco. Ma “l’aggiustatore” ha la scorza dura e l’esperienza giusta per affrontare momenti delicati come questo, d’altronde Roma è casa sua. La pianificazione per il futuro del club, quindi, è ancora rimandata. La sensazione è che tra rifiuti e scelte poco convincenti i Friedkin non siano riusciti ad anticipare l’inizio di un nuovo progetto a lungo termine, che perciò verosimilmente prenderà il via a giugno, sperando che Ranieri abbia sistemato le cose.
Intanto però sono attese altre decisioni, stavolta definitive, per quello che riguarda il riassetto dirigenziale con la nomina del Ceo che ormai è inattesa da due mesi. Servirà rafforzare la struttura societaria per cercare di risalire la china e tornare ad alti livelli. In serata è atteso il rientro in Italia di Ranieri dovrebbe arrivare anche l’annuncio del suo ingaggio, mentre domani alle 11 ci sarà la prima seduta diretta dal tecnico capitolino, che ha già allenato Pellegrini, Cristante ed El Shaarawy cinque anni fa. Ritroverà loro e una squadra col morale a terra, incompleta, ma anche con la qualità giusta per risalire. Non ci sono obiettivi, ma bisogna riprendere il cammino. In bocca al lupo.