Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – Roma–Leicester, semifinale di Conference League, ma per Claudio Ranieri la partita di una vita. La squadra del cuore da una parte, quella con cui ha raggiunto l’apice dall’altra. Il tecnico testaccino, reduce dall’esperienza al Watford, ha parlato della gara al Corriere dello Sport. Di seguito le parole di Sir Claudio.
Se l’aspettava Roma e Leicester in semifinale?
Speravo nella Roma, ero convinto che potesse farcela.
Ma lei in semifinale per chi tifa?
Non c’è neanche bisogno di dirlo. La Roma è la squadra per la quale tifo da quando ero bambino. Il Leicester è legato a un grande risultato professionale ed è sempre nei miei pensieri.
Come ci arrivano le due squadre?
Con grandi potenzialità, sarà una partita da 50 e 50.
Mourinho ha trovato la formula giusta.
José sa far rendere al massimo i giocatori sui quali punta. Riesce a portarli dalla sua parte, come i tifosi. Giovedì sera è stato uno spettacolo emozionante. Grazie a lui c’è stata quella cornice di pubblico. Riesce a compattare la squadra, credendo nei giocatori che fanno al caso suo, quelli che sono adatti per il suo calcio. Poi ci sono 3/4 che sono intercambiabili. I risultati sono dalla sua parte. Si vede che la squadra ha sicurezza, con la qualità sorprende gli avversari.
Zaniolo lei lo ha allenato prima degli infortuni, anche allora andava gestito.
È un giocatore decisivo, lo abbiamo visto contro il Bodo. È un attaccante che deve trovare la palla nello spazio, ha una qualità e una forza impressionanti, anche se qualche volta potrebbe passarla un po’ di più quando si trova al limite dell’area. Ma quando ha la porta davanti è difficile che sbagli. Zaniolo è quello che abbiamo visto giovedì sera. Mourinho sa gestirlo, con quello che ha passato non può giocare sempre. È importante che il ragazzo senta la fiducia di tutti.
Pellegrini è cresciuto molto, adesso è il capitano.
È il degno capitano, un giocato squisito, con grande qualità. Un bravissimo ragazzo, un uomo eccezionale, leale. E sono contento anche per Cristante.
Un giocatore considerato gregario che ogni allenatore vorrebbe avere.
È una pietra miliare in qualsiasi squadra.
Abraham lo ha incrociato da giovanissimo in Inghilterra?
No, ma i numeri parlano chiaro e ha ancora ampi margini di miglioramento. Per un centravanti è importante trovarsi al posto giusto al momento giusto e lui ci si trova sempre.
Mourinho ha creato un gruppo con giovani e giocatori di esperienza. Ha lanciato molti ragazzi della Primavera. Con lui Zalewski è diventato titolare.
È molto importante il lavoro con i giovani. José è stato bravo a credere in questo ragazzo, a trasformargli il ruolo, ha visto lungo.
Questa Roma può giocarsela anche per il quarto posto?
Dovrebbe mollare la Juve, non credo che abbia nei cromosomi questa debolezza. È importante che la Roma continui così, può vincere la Conference League ed entrare in Europa League anche attraverso il campionato.
Il Leicester ha ancora molti giocatori che conosce bene.
Sì, me li ricordo bene. Schmeichel, Albrighton, Vardy. Barnes lo presi io tra i ragazzi e lo portati in prima squadra. Mendi e Ndidi sono arrivati dopo. Il Leicester dopo di me ha investito molto, hanno un centro sportivo all’avanguardia a livello mondiale, figuriamoci rispetto all’Italia. È una società molto ambiziosa.
Se la sfida sarà equilibrata la differenza la possono fare i tifosi?
Quelli della Roma sanno dare una grande spinta, meno male che si gioca il ritorno all’Olimpico. Ma sarà importante anche la prima partita, il pubblico anche in Inghilterra sostiene molto la squadra, se la Roma riuscirà a non farli giocare, magari il pubblico resterà più tranquillo. Il Leicester è una squadra che corre e ha buona qualità.
I tifosi della Roma che saranno determinanti per andare in semifinale li conosce bene. L’hanno fatta piangere dall’emozione.
Mi è rimasto il grande affetto della gente. Quella sera non me l’aspettavo, mi ha preso alla sprovvista, era la festa di De Rossi e sono riusciti a farmi commuovere.
Totti e De Rossi fuori dalla Roma. Che ne pensa?
Daniele ha scelto la strada dell’allenatore e fuori dalla Roma deve starci per fare esperienza e poi magari rientrare. Leggo che Francesco vorrebbe rendersi utile, ma può farlo solo se gli fanno fare quello che sa fare. Il calcio lo conosce bene.