AS Roma Match Program (F.Viola) – Si definisce romano e romanista da sempre. Claudio Ranieri, ex allenatore di Fiorentina e Roma, prova ad immaginare che gara sarà quella all’Artemio Franchi: “Mi aspetto una partita bellissima. Sono due squadre che amano giocare bene al calcio. In campionato entrambe stanno facendo buone cose, le divide un punto solo. Le accomuna anche un altalenante percorso nelle coppe europee“.
Quale sarà il punto nevralgico della sfida di domenica?
“Le gare si decidono sempre e comunque a centrocampo. Credo che prevarrà la squadra che riuscirà a fare il proprio gioco”.
La Fiorentina è in testa alla classifica dopo 17 anni, ha una difesa forte, come la vede?
“La squadra viola gioca secondo precisi meccanismi e sono certo che rimarrà in alto fino alla della stagione e darà filo da torcere alla Roma”.
Entrambe sono state impegnate in coppa durante la settimana, ma la Roma ha avuto due giorni in più per recuperare…
“Il problema non è mai fisico, vanno recuperate le energie nervose e nei big match come quello di domenica vengono naturalmente”.
Sousa è arrivato a Firenze tra lo scetticismo dei più, invece si sta ben comportando. Il suo giudizio?
“Mi piace molto, non è mai stato pubblicizzato come meriterebbe”.
A chi dovrà fare attenzione la Roma?
“Alla grande organizzazione del collettivo viola, Sousa lo ha ereditato da Montella e lo sta portando avanti”.
Quanto conta il fattore campo, lei che conosce bene la realtà di Firenze?
“Tantissimo. Avere il supporto dei propri tifosi da una carica in più… Ricordo quanto fu importante il tifo nel mio primo anno a Roma…”.
E la Roma invece le piace, come giudica gli alti e bassi delle ultime gare?
“Non so perché accadano queste cose, bisognerebbe essere negli spogliatoi tutti giorni e cercare di capire parlando con i giocatori. È molto importante che il dialogo tra i giocatori ci sia sempre. La Roma è un’ottima squadra, con molti elementi in grado di risolvere le partite”.
I gol presi in pochi minuti a Leverkusen, ricordano un po’ i due gol presi quasi a tempo scaduto a Cagliari, lei era in panchina della Roma. Come può succedere?
“A me ricordano di più la mia ultima partita alla Roma. Vincevamo a Genova 3-0 e poi abbiamo perso 4-3. Come allenatore e poi tifoso di quella maglia, non potevo credere che fosse davvero successo…”.
De Rossi ha raggiunto 500 le presenze in maglia giallorossa, nelle dichiarazioni post gara alla domanda quale di tutte le partite volesse rigiocare ha risposto Roma-Sampdoria. Cosa accadde quel 25 aprile 2010?
“Io avrei detto di voler rigiocare le due gare contro il Livorno. Avevamo sei punti in palio e ne abbiamo incassato solo uno. Poi mi piacerebbe aver giocato il campionato dall’inizio, quelle due giornate prima del mio arrivo sarebbero potute essere determinate nei conteggi finali”.
La sua Roma non ha vinto, ma ci è mancato davvero poco. Quali ingredienti servono per arrivare prima degli altri?
“Per noi è stata determinante la voglia di reagire ad un inizio disastroso. Il pubblico è stato importantissimo, ci ha sostenuto con grande trasporto. I tifosi dicevano non succede, ma se succede… È stata la nostra fortuna, non avevamo nulla da perdere e non avevamo i favori dei pronostici”.
Un giudizio su Garcia?
“Ora lo conosciamo tutti, dove è andato ha fatto bene e lo sta facendo anche oggi”.
Quale crede possano essere gli obiettivi di questa Roma?
“Il fatto peggiore è che ci siano tante aspettative su questa squadra. Finalmente dopo tanti anni in cui la Juventus ha ucciso il campionato, una stagione dove non c’è una squadra che ha staccato le altre, quindi la Roma sarà in lista per lo scudetto fino alla fine”.
Prima di salutarci, se dovesse scegliere un momento su tutti della sua esperienza a Roma?
“Tutto il primo campionato, nessuna partita esclusa. L’emozione che ho provato ogni volta che sono salito dalle scale dell’Olimpico…”.
Nessun rimpianto?
“Non aver vinto. Essere ad un passo dal coronare un sogno e non esserci riuscito”.