Corriere dello Sport (R. Maida) – Il baronetto dimezzato, metà allenatore e metà dirigente, con la testa al Braga e pure al Como. Claudio Ranieri si muove dichiaratamente a 360 gradi per rilanciare la Roma. Dimezzato come il famoso visconte di Italo Calvino ma interamente padrone della situazione. “Sarebbe inutile negarlo – ammette – stiamo pensando anche al futuro insieme alla proprietà e a Ghisolfi. Parliamo del mercato e dell’allenatore del futuro, anche se sul secondo tema per il momento abbiamo dato solo una “spolverata”. In questo momento mi sento 50 e 50, perché devo guidare la squadra ma anche ragionare sul prossimo anno. Ovviamente voglio vincere le partite, intanto, sia in campionato che nelle due coppe”. In questo contesto, l’Europa League passa quasi in secondo piano. Non perché non sia importante, tutt’altro. Anzi, la Roma deve onorarla per dare continuità alla vittoria contro il Lecce e avvicinarsi alla qualificazione. Ma le prospetti-ve, dopo una stagione nata malissimo, sono il presupposto di ogni ambizione.

“Quando scherzavo sull’ipotesi di rimanere io in panchina – prosegue Ranieri – facevo una battuta alla Petrolini”. Ettore Petrolini è stato un comico di inizio Novecento, definito alla Treccani “beffardo interprete dell’anima romanesca”. Ranieri ne sposa in pieno lo stile quando alleggerisce la tensione: “Che tipo di allenatore cerchiamo? Deve essere bravo. E speriamo di non sbagliarlo…”. E giù a ridere, impossibile tirar fuori di più dalle sue parole. In realtà, a tre settimane dall’apertura della finestra invernale, gli sforzi programmatici sono rivolti soprattutto al mercato. Con il Napoli la Roma ha già parlato di Giacomo Raspadori, che con Conte non trova spazio e a Trigoria potrebbe competere per un posto da titolare. Un attaccante serve come il pane, si evince dal giudizio di Ranieri su Dovbyk: “Noi dobbiamo imparare a servirlo meglio ma lui deve mettersi a disposizione della squadra. Purtroppo per un calciatore della sua stazza la cosa principale è essere al cento per cento fisicamente. Invece Artem in questo periodo ha avuto diversi problemi, tra il ginocchio e l’influenza”.

E siccome Shomurodov non è all’altezza di prenderne il posto, almeno in contesti di alto In contro il Lecce ha giocato Dybala falso nove. Raspadori ha le caratteristiche adatte alle esigenze di Ranieri perché può essere utilizzato da centravanti ma anche da seconda punta o da trequartista. Se il Napoli accetta di cederlo in prestito senza obbligo di riscatto, l’affare può decollare. In fondo la Roma non concorre più, almeno per questo campionato, per obiettivi che possano intralciare la corsa di Conte. Ranieri si aspetta almeno tre rinforzi. Oltre alla punta centrale, Ghisolfi deve consegnargli assolutamente un terzino destro: se la Roma deve preoccuparsi di recuperare in extremis Celik, uscito sabato per una contrattura, significa che su quella fascia c’è un problema. Ma se a sinistra si può rimandare un investimento, visto che in quel ruolo possono sistemarsi Angeliño, El Shaarawy e Saelemaekers oltre al giovane Dahl, potrebbe servire un difensore centrale: l’andazzo è di insistere sulla difesa a tre che valorizza Hummels. Ma oggi l’unico cambio per i tre titolari è Hermoso, appena rientrato dall’infortunio muscolare.

Naturalmente agli ingressi devono corrispondere in termini numerici altrettante uscite. Del caso Pellegrini leggete a parte. Ma anche Zalewski, in scadenza di contratto a giugno, è di fatto sul mercato. Lo stesso Baldanzi, se dovesse arrivare un altro attaccante, potrebbe essere mandato altrove perché acquisisca continuità. E poi c’è sempre da capire cosa accadrà con Le Fée, comprato per 23 milioni: è l’unico calciatore di movimento che Ranieri non ha ancora utilizzato neanche per un minuto. Fino a Roma-Braga, chiaro.

Foto: [Richard Heathcote] via [Getty Images]