La Repubblica (M. Juric) – Il Como ha fatto di tutto per vincere la partita. Noi no“. L’analisi di Ranieri a fine partita è cruda. La Roma perde 2-0 allo stadio Senigallia e subisce l’ottava sconfitta in campionato. Sedici punti in sedici partite, una partenza che non si vedeva da 50 anni. Era dalla stagione ’73-’74 che i giallorossi non perdevano la metà delle partite giocate in Serie A. E adesso la classifica torna a preoccupare. Due soli punti distanziano la Roma dalla zona retrocessione. Domenica all’Olimpico arriva il Parma per un’altra sfida salvezza.

Dopo i passi avanti visti contro Lecce e Braga, la Roma torna al punto di partenza. Gioca una partita timida nel primo tempo, creando qualche azione offensiva. Ma la mancanza di un vero centravanti disperde i pochi palloni giocabili che arrivano dentro l’area di rigore. Nel secondo tempo l’ingresso di Dovbyk invece che aumentare il potenziale offensivo, spegne l’attacco della Roma. Il Como prende coraggio e inizia a prendere di mira Svilar: in venti minuti si susseguono i tiri di Da Cunha, Fadera, Goldaniga e Nico Paz. Sono solo il preambolo di quello che accade in pieno recupero. Prima con il primo gol in A di Gabrielloni e poi il bis in contropiede del talento argentino.

Ottava sconfitta stagionale, la terza con Ranieri in panchina che però a fine gara non fa drammi: “Nel primo tempo abbiamo fatto una buona gara. Nel secondo tempo è completamente cambiata la partita e hanno avuto più voglia di vincere. E abbiamo sbagliato sulla punizione del gol. C’è da dire che il Como ha fatto di tutto per vincerla e noi non gli abbiamo creato nessun problema nel secondo tempo. Forse c’è stata un po’ di stanchezza per gli impegni. Ma me non piacciono le scuse. Il Como ha avuto più voglia di noi“.

Se ne sono accorti i Friedkin, inorriditi davanti allo spettacolo di Como. Continueranno a sostenere Ranieri, allenatore del presente con un futuro da top manager a Trigoria. Ma lo stesso non si può dire dei calciatori. Da oggi sono tutti – o quasi – sotto esame. Il mercato di gennaio servirà quindi a coprire le falle della rosa. Ma anche a cedere chi non si ritiene più all’altezza del progetto. Dan e Ryan Friedkin, presidente e vicepresidente, si aspettano e pretenderanno più costanza dalla squadra. Così filtra dal quartier generale romanista. E, come detto, a gennaio in tanti potrebbero cambiare maglia. L’umore della proprietà è pessimo. A pagare sarannno i giocatori, in un casting al contrario: cessioni in vista, più di una.