Corriere dello Sport (R. Maida) – All’improvviso sembra tutto bellissimo. Dopo i quattro gol al Lecce, la Roma ne rifila tre al Braga riaccendendo l’entusiasmo dell’Olimpico. La mano esperta di Claudio Ranieri sembra sempre di più quella di un geniale taumaturgo. Ha giocato e segnato Pellegrini, dopo il reset di tre partite trascorse interamente in panchina, si è divertito Abdulhamid che da oggi può vantarsi di essere un calciatore vero e non semplicemente uno spot saudita, Hummels e Koné sono stati travolti di applausi.

Bastava poco a una squadra imperfetta ma piena di buoni calciatori a recuperare una marcia accettabile. Forse non basterà per centrare la qualificazione diretta agli ottavi di Europa League ma almeno allontana l’incubo di un addio anticipato al torneo. È anche una serata di rimpianti, per quello che sarebbe potuto accadere se la Roma avesse fatto le cose semplici – e logiche – sin dall’inizio della stagione.

La prestazione è stata positiva – spiega Ranieri – i ragazzi hanno spinto come piace a me. Anche il pubblico si è divertito perché la Roma ha creato tante occasioni da gol. Magari avremmo potuto fare meglio in certe situazioni, invece di tenere troppo la palla e spendere energie. Ma non si può avere tutto subito”.

Ranieri applaude Abdulhamid, che ha segnato il primo gol saudita nella storia dell’Europa League: “È una freccia Saud, l’ho visto durante gli allenamenti e mi è sembrato un peccato non provarlo. Ero dubbioso sul suo utilizzo, non avendo avuto a disposizione delle amichevoli per testarne il livello. Pensavo a come avrebbe potuto reagire: per fortuna della Roma ha reagito bene. È un profilo sul quale possiamo lavorare per farlo crescere con noi”.

Come Pellegrini, che è andato ad abbracciare l’allenatore subito dopo il gol: “Sono contento per lui, che ha bisogno di risentirsi importante. A Trigoria avevo notato che stava ricominciando a prendere la porta quando provava i tiri, era più sereno, e così ho ritenuto fosse il momento giusto per dargli un’opportunità“.

Koné sembra già un campione: “Già da fuori sapevo che era forte. Deve ancora crescere in certe cose, capire quando tenere il pallone e quando no, per far girare meglio la squadra. Piano piano ci arriveremo”.

A Sky gli chiedono quale sia il segreto del suo successo. Ranieri risponde con il consueto stile: “Non c’è un segreto, io credo nel dialogo. Ho detto ai ragazzi che non avrebbero più potuto sbagliare nulla in questa stagione così complicata. Ero sicuro che questi calciatori non avessero dimenticato come si gioca a calcio. Era un problema di autostima, il merito è loro: un cuoco senza ingredienti non cucina. Comunque dobbiamo migliorare. Siamo all’inizio della storia: abbiamo imboccato un viottolo di campagna, l’autostrada è lontana”. Il mercato può sostenerne la corsa: “Pensiamo a concludere bene dicembre. Poi ci pensiamo. Già ora devo sacrificare qualcuno che meriterebbe di avere più spazio, è presto per certe valutazioni“.