La Gazzetta dello Sport (A.Catapano) – Vedove di Berdini all’attacco. Nulla di imprevisto, il giorno dopo l’intesa di massima sullo stadio della Roma a Tor di Valle, che ha provocato l’uscita dalla Giunta dell’assessore all’Urbanistica.
DA MATTINA A SERA – Ampiamente previsto anche il tentativo di Virginia Raggi di smarcarsi dalle grida delle vedove, che la accusano di aver autorizzato la colata di cemento contro cui il suo ex assessore ha strenuamente ma vanamente combattuto. «Non c’è nessun accordo e non ci sarà alcuna colata di cemento», ha esordito così, in mattinata, la sindaca. Per poi proseguire più o meno sulla stessa lunghezza d’onda, con un post sul blog di Grillo: «Nel progetto che ereditiamo ci siamo trovati un iter già avanzato e quasi a conclusione che, in al tre parole, significa: causa multimilionaria all’orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune di Roma, per via degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino in accordo col Pd». Quasi una presa di distanza, che in serata la sindaca ha parzialmente corretto, nella direzione di un accordo comunque molto vicino con i soggetti proponenti: «Quando si parlava di Olimpiadi, tutti con il dito puntato contro la giunta capitolina. Oggi, di fronte alla volontà di trovare un accordo per dare ai romani una struttura sportiva all’altezza del millennio e delle grandi capitali europee – ha scritto la Raggi – il dito è sempre puntato contro di noi. Insomma, comunque vada, siamo sempre additati». Il messaggio, stavolta, deve essere arrivato forte e chiaro anche negli States. Pallotta può sorridere: senza le attese autorizzazioni per lo stadio, infatti, probabilmente non resterebbe che un nuovo aumento di capitale per far fronte agli impegni presi con Goldman Sachs.