Se è vero che il club giallorosso ha tre centri di potere (Boston, Londra e Trigoria), di sicuro i dirigenti che reggono il forte in piazzale Dino Viola sono quelli che hanno più il polso della situazione ambientale, ed è per questo che da settimane spediscono cortesi messaggi verso gli Stati Uniti. Il destinatario, naturalmente, è James Pallotta, che manca da Roma dal maggio. Un’assenza accettabile quando le cose vanno bene, ma lunghissima se invece il mondo va alla rovescia. Adesso alla Roma è periodo di vacche magrissime, e così torna il solito leit motiv, peraltro un po’ stucchevole, sul presidente «che non c’è mai» e che «pensa solo allo stadio». E proprio per evitare i brontolii della pancia del tifo e dell’ambiente romano, la dirigenza sta consigliando a Pallotta di tornare a Roma e in qualche modo riprenderla per mano. Certo, all’Olimpico il presidente potrebbe prendere qualche fischio o insulto, ma non è escluso che i giocatori possano essere positivamente scossi dalla voce del padrone. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.